ilNapolista

C’è troppo entusiasmo attorno a questo Napoli

Sei punti in due partite, sette gol segnati e due subiti, Hamsik con due doppiette capocannoniere. È un EuroNapoli che genera entusiasmo e fa sognare i tifosi per la conquista del triangolino tricolore scucito ormai dalla maglia azzurra da 24 anni. In città e sui social network si evoca la cabala e la scaramanzia: l’ultimo scudetto arrivò nell’anno dei mondiali – proprio come quest’anno – e a guidare gli azzurri c’erano due B: Bianchi e Bigon da sostituire adesso con Benitez e il figlio di Albertino. A volerci ricamare ancora c’era MARadona, oggi MARekiaro. E il nostro destino passerà comunque dai piedi di un argentino, El Pipita Higuain (a Verona capace di una prova stratosferica).
Eppure, e chi scrive non ha intenti iettatòri, lo scudetto sembra più un miraggio che una possibilità. Spaventa la spavalderia che si vive in città e pure quella di Rafa Benitez, una serafica tranquillità di chi di certo ne ha viste tante. Un manager gentleman, in mezzo a questo cumulo di allenatori chiagniazzari, da Conte a Mazzarri, svergognati emuli di Mourinho che, almeno lui, faceva divertire.
Il Napoli lo può pure vincere il titolo, ma non ha ancora una rosa attrezzata per farlo. Lo scudetto, in realtà (a voler essere seri), lo può perdere solo la Juve. I bianconeri hanno un’intelaiatura collaudata e hanno acquistato gli uomini che servivano nei posti chiave. L’Ogbonna che a Torino fa panchina, a Napoli sarebbe stato salutato come l’acquisto del salto di qualità. L’insopportabile Marchisio nel centrocampo con Vidal, Pogba e Pirlo sembra persino di troppo. E davanti quest’anno Conte avrà dalla sua pure Tevez, in attesa di capire se LLorente (in spagnolo “colui che piange”…) sia un valido acquisto.
Rispetto allo scorso anno, mentre assistiamo alle ultime evoluzioni del mercato, sembra che il Napoli abbia creato un gap maggiore tra se’ e le altre pretendenti ai vertici quali Inter, Milan, Roma e Fiorentina, anche se la seconda giornata di campionato ha detto il contrario. Ma il gap tra Napoli e bianconeri resta ancora abbastanza ampio.
Il top-player del Napoli, come ha detto tante volte De Laurentiis, è davvero Benitez. Con una difesa non proprio spettacolare, ma con un potenziale offensivo devastante, Rafa saprà meglio sfruttare le frecce al proprio arco. Insomma, come a Chievo, se si prendono due gol per delle leggerezze incredibili, gli azzurri possono sempre farne quattro. Certo, bisognerà attendere prove più valide per capire se davvero questa squadra potrà essere una schiacciasassi. È l’idea di gioco che affascina di questo Napoli e, nonostante la spiccata predisposizione offensiva, è una squadra che fino ad ora non ha subito tantissimo e i gol li ha presi su ingenuità dei singoli.
Vedremo ciò che sarà e se ci saranno botti di mercato dell’ultimo minuto. Servirebbe un centrale, ma se non parte uno tra Fernandez e Cannavaro sarà dura. E urge un centrocampista che possa fare da quarto dopo Behrami, Inler e Dzemaili. Affidarsi a Radosevic appare ancora un azzardo.
In appendice, Max Gallo scrisse di un Reina alla Garella. Anche se a me quel gol tra le gambe mi ha ricordato Pino Taglialatela.
Gli altri piangono e, per ora, fottono ancora. Un Llorente, uno che piange, ci vorrebbe pure da queste parti. Troppo entusiasmo adesso per due vittorie contro Bologna e Chievo. Saranno pure “bestie nere”, ma sono sempre Bologna e Chievo. Stiamo attenti ad esaltarci troppo.
Valentino Di Giacomo

ilnapolista © riproduzione riservata