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Arrigo Sacchi e quel bambino che lo odiò con tutte le sue forze

Benitez-Sacchi. Così scrive Max Gallo. E sulla pelle e nella pancia mi passano ricordi che credevo rimossi. Si, Max, lo abbiamo odiato come non mai il “maestro di Fusignano”. Io, poi, l’ho odiato con la spontaneità e l’inconsapevolezza che hanno solo i bambini. Perchè ero bimbo quel primo Maggio di quella partita che consegnò alla storia del calcio non solo due squadre irripetitbili, ma anche un pubblico, quello napoletano, che credo oggi mai sarebbe capace di quell’applauso fra le lacrime. Ecco, per me il tifo del San Paolo sono gli occhi rossi di papà in curva mentre (s)batteva una mano contro l’altra. E, se spesso scrivo con un pizzico di livore e rabbia verso il pubblico partenopeo che oggi frequenta Fuorigrotta, è anche per quel giorno. Perché mentre si cresce certi gesti ti restano, ci si appiccicano dentro e allora, sbagliando, pensi che un singolo episodio possa raccontarti il mondo.
Ma torniamo ad Arrigo, a colui che per alcuni anni è stato considerato a ragione il miglior allenatore del mondo. Dicevo che l’ho odiato. E, candidamente, da bambino che ero, ecco cosa mi ha fatto ricordare lo scritto di Max. Il mio album delle figurine, l’unico riempito in tutta la mia vita, ha una particolarità: sulle teste di ogni giocatore del Milan ci avevo disegnato le corna. Poca cosa visto che lo stemma ce l’aveva già. E, ricordo, che inizialmente, le corna le disegnai soltanto sulla testa di mister Sacchi e di Gullit. Quello sprezzante allenatore con la strana parlata che con il suo gioco tante volte aveva imbrigliato il mio idolo col numero 10. Partite intere, soprattutto a San Siro, in cui Diego non riusciva neppure a toccare il pallone. Con quella difesa così alta fino alla linea di centrocampo che impediva praticamente a tutto il Napoli di non entrare mai in possesso di palla. Ecco, certi Milan-Napoli sembravano più puntate di Holly e Benji che non vere e proprie partite. Ma per fortuna non fu sempre così.
Poi col tempo riuscì a limitare il mio “odio” verso il Milan. Giocatori come Baresi, Van Basten e soprattutto Rijkaard li ho adorati.
Ecco, oggi spero che un giorno non lontano un bimbo milanista possa disegnare delle belle corna sulla testa di Benitez oppure una coda di ciuccio. Ma le figurine ormai non sono più di moda fra i ragazzini. Chissà magari ci si inventerà un photoshop o qualche “diavoleria” alla playstation.
Valentino Di Giacomo
P.S. E comunque una cosa mi è rimasta. Per me “la partita” non è contro la Juve, ma contro il Milan. Per quanto possa sembrar strano.

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