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Il Benitez che volevamo: coperto e attento a non fare errori. La novità è l’intesa tra allenatore e presidente

Allineato e coperto. Come avevamo e auspicato. Per il suo e per il bene del Napoli. Così se n’è stato Rafa Benitez per tutta la conferenza stampa di presentazione a Castelvolturno. Il ruolo di prima donna lo ha lasciato a De Laurentiis che ha fatto il suo show, prima sproloquiando su un Napoli nel mondo di cui francamente era difficile comprendere la ratio; poi, più concretamente, spiegando alla sua maniera che ’cca nisciuno è fesso e che, se nessuno bussa alla porta coi 63 milioni di euro, Cavani non se ne va. In mezzo, e per tutta la conferenza, i suoi cavalli di battaglia preferiti: il fair play finanziario, l’arretratezza del pianeta calcio. E gli obiettivi del Napoli: crescere, crescere, crescere, senza fare promesse.

Era tutto studiato, ovviamente. E Benitez è stato misurato. Ha parlato quasi contro voglia dei singoli: del resto lui è un sacchiano, non dimentichiamolo. È parso quasi sdraiato sul presidente e sulla voglia di crescere assecondando il fair play finanziario. Non siamo così vanesi da credere che ci abbia ascoltati, ma si è comportato come avevamo auspicato. Si è nascosto dietro l’istrione. Mai una parola in più. Anzi, rispetto al Benitez che ci avevano rappresentato, è parso anche più vispo, con la battuta pronta. Quella sul nome (“da oggi sarò Rafe’), e quella più seria sul suo ruolo: “Sono un allenatore, il manager c’è già ed è Bigon”. Non si è sbilanciato sui moduli di gioco né tantomeno ha lanciato promesso o ricordato il suo palmares. È parso sicuro di sé. Ha fatto, da gran signore, i complimenti a Mazzarri. Ha tagliato corto sui paragoni col passato e sul suo fallimento interista. E, quando forse si è reso conto di essere sembrato troppo filo-De Laurentiis, ha lanciato una battuta sul mercato: «Io gli parlo di Messi ma il presidente non ci vuole sentire».

In soldoni, sfuggente, quasi in ombra. Molto calato nella nostra realtà. Ecco, se dovessimo paragonare il suo atteggiamento a quello di una squadra in campo, ci è parso molto attento in difesa, coperto a centrocampo, ma sempre pronto al guizzo. Una conferenza che giornalisticamente ha lasciato l’amaro in bocca, grandi titoli non se ne ricavano. Ma resta l’impressione di un rapporto piuttosto saldo. Certo, non siamo stupidi, non possiamo giudicare dopo novanta minuti. La memoria, però, ci ha lasciato il ricordo della prima conferenza stampa di Mazzarri, con un battibecco niente male col presidente. Il primo giorno (non è un caso se ieri l’ultima battuta di Aurelio sia stata dedicata proprio all’ex allenatore: «Questo Napoli non avrà paura»).

Stasera, invece, De Laurentiis e Benitez hanno dato l’impressione di una coppia collaudata dove ciascuno ha recitato il proprio ruolo. Nemmeno per un attimo si è avuta la sensazione, tante volte provata in passato, che allenatore e presidente tirassero in direzioni diverse.
Massimiliano Gallo

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