ilNapolista

Benitez ha cominciato dedicandosi all’homo neapolitanus

Nelle foto e in video Benitez appare sereno, sorridente. Specchio di uno stato d’animo sereno, nel momento del suo arrivo in terra vesuviana, dove alle sorti del Napoli sono associate da sempre intense vibrazioni emotive. Un ferrato professionista del foot ball come lui non puo’ tenere in disparte pensieri e interrogativi da sciogliere sull’orizzonte della squadra. Ma i tempi sono importanti. Ora per Benitez è il tempo del rapido ”praticantato” napoletano. E a lui si rivolgono aspettative antiche e nuove, con indicazioni e suggerimenti per avvicinarsi a quel singolare groviglio di sogni e praticità che avvolge la psicologia dell’ homo neapolitanus. All’ombra del Vesuvio il calcio non ha una sola fisionomia. Raccoglie un impulso più generale e profondo di appartenenza e anche di subliminale speranza nell’oggi e nel domani. E’, insomma, un fenomeno che dal terreno dello sport sconfina in altri settori della vita quotidiana. Il mister sorride, come certo gli suggerirà la sua provenienza ispanica. Anche nella sua terra accade che vita e sogno spesso si confondano. E intanto il cronometro segna l’ora di dare al Napoli nuovo gioco e nuova personalità. Rebus Cavani ma non solo. L’ossatura della squadra va ristudiata con grande attenzione. L’era Mazzarri è alle spalle, occorrono innesti capaci di realizzare al meglio le idee del trainer. E dal vulcano delle ipotesi e dei desideri sgorgano verso Benitez opinioni e stati d’animo. A conferma, forse, di una tra le tante intuizioni che il grande Raffaele Viviani mise in versi, nel tratteggiare gli aspetti più significanti dell’ ”esser napoletani”: ”Tutt ‘ assieme, / belle e brutte, ‘ccà ce sta/ ‘nu poco ‘e tutto…”. Rafa sorride, mentre si avvicina la fase decisiva della campagna acquisti. Poi, la controprova del campo. Dalle esperienze compiute ad altissimi livelli dal nuovo allenatore spira un venticello di buona speranza. Il campionato italiano non è facile da fronteggiare ma Benitez porta con sè un bagaglio di importanti esperienze e risultati. Anche del tifo azzurro, nella sua autentica ispirazione, avrà ormai compreso l’intensa e colorita passione. Ne avrà presto esempi diretti. Ora spetta a lui affrontare il pianeta calcio in Italia, in una città che più d’ogni altra ha parentele storiche e sociali, per retaggio storico, con la sua Spagna. Dalla teoria e dalle ipotesi presto si passerà alla realtà del campo di gioco. E conteranno solo i risultati. Di Napoli si diceva, fin da tempi antichi, che era ” ‘O paese ‘e mastu Rafele”, per dire delle troppe approssimazioni della vita di ogni giorno. C’è da sperare che quel detto, trasportato nel mondo del calcio, possa avere presto un altro e piu’ positivo significato. Mimmo Liguoro

ilnapolista © riproduzione riservata