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Il progetto Benitez va supportato da una società solida (Reja sarebbe un’ottima scelta)

Oggi il Corriere del Mezzogiorno ha ospitato un bellissimo articolo su Rafael Benitez, scritto dall’ex direttore del Cervantes. Una lettera che Benitez farà bene a mandare a memoria. C’è una frase che sintetizza perfettamente Napoli: “ricordati – gli scrive – che questa città è tutto o niente”.
Quirante Rives ha perfettamente ragione e proprio per questo stiamo vivendo questi giorni con uno stato d’animo particolare. Di esaltazione, almeno noi che abbiamo gioito per l’arrivo di Benitez, ma anche di preoccupazione. Perché conosciamo Napoli e sappiamo quanto sia difficile per la nostra città concedere i tempi necessari per una reciproca metabolizzazione. Soprattutto dopo un quadriennio intenso e fortemente positivo come quello di Mazzarri.
Insomma, per essere ancora più espliciti, siamo o, forse, sono preoccupato che alle prime difficoltà tra Napoli e Benitez si alzi un muro insormontabile. Perché, diciamolo, l’uomo non è semplice. Non affatto è un concentrato di duttilità. E avverto in giro entusiasmi eccessivi che, nella logica naturale delle cose, potrebbero poi trasformarsi in delusione altrettanto eccessiva.
Perciò, come scrive l’ex direttore dell’istituto Cervantes, è importante che Benitez viva Napoli, senta Napoli. È fondamentale che tra lui e noi si instauri un conduttore di emozioni ed elettricità. E in questo giocherà un ruolo importante la società, Aurelio De Laurentiis, che dovrà accompagnare per mano Benitez e la squadra (magari costruirne una più vicina possibile ai desiderata del tecnico), concedere loro i tempi necessari per viversi, capirsi (e magari anche amarsi per dirla alla Buscaglia). È di oggi la notizia (data sempre dal Corriere del Mezzogiorno) che Edi Reja sarebbe in predicato di avere un ruolo in società come dirigente. Sarebbe un’ottima mossa da parte di De Laurentiis. Reja è un uomo di grande esperienza, dalle spalle larghe, oltre che un uomo di calcio. È la persona ideale per favorire l’ambientamento di Benitez. Serve una persona, una società che faccia da cuscinetto tra Benitez e Napoli (non so esprimermi sull’eventualità di Pecchia come vice in panchina, ma anche in questo caso la ratio sarebbe la stessa).
Lo so, starete pensando che mi sto soffermando troppo sull’aspetto ambientale e poco su quello strettamente tecnico. Per la serie: se non compra i calciatori ma di quale ambientamento vogliamo parlare? Beh, secondo me il primo anno i due aspetti hanno praticamente la stessa importanza. Scegliendo Benitez (anche se parrebbe che non sia stata la prima scelta del presidente), il Napoli ha deciso di compiere un salto importante. La società, a questo punto, deve rivelarsi all’altezza del compito. Sarebbe un errore imperdonabile far naufragare un progetto così ambizioso per superficialità o dilettantismo.
Massimiliano Gallo

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