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Aspettando il tweet di De Laurentiis

Ed ecco Oliver Tweet in volo verso la Gran Bretagna sorvolando la Manica con un asso ovviamente nella Manica e un allenatore nella stessa Manica. Oliver Tweet vola e naturalmente cinguetta, tweet, tweet, e magari canta Tweet Again, come cantava Chubby Checker negli anni Sessanta. E’ un presidente iPad, iPhone, questo presidente Tweet. Se trova un allenatore non parla, ma tastierizza 140 caratteri e anche meno, perché il bilancio ha le sue esigenze e bisogna risparmiare anche i caratteri. E così il presidente va e comunica, via satellite. E’ un piccolo passo per il presidente, ma un grande passo per l’umanità dei tifosi.
L’aereo presidenziale gira e rigira, avanti e indietro, e, prima di attraversare la Manica, sorvola il fiume Livenza e le Alpi carniche dov’è la regione friulana e nella regione firulana c’è la casa di Guidolin dei Guidolin, un frate di Castelfranco Veneto, appassionato di ciclismo ma che ha preso i voti nel calcio, e il frate, proprio una faccia da frate, fa ciao ciao al presidente volante e resta sulla sua panca friulana dove è stato sempre di casa, di Pasqua e Di Natale.
E l’aereo vira verso la pianura lombarda e sorvola la periferia di Milano e qui, alle porte di Milano, incrocia l’elicottero del Cavaliere che ha a bordo anche l’abate Galliani, e a bordo sembrano tutti felici e allegri, ma non c’è Allegri, che ha anch’egli una faccia da frate, smunta e penitente, però è più alto di Guidolin dei Guidolin e a volte sorride, ma è un sorriso Papoff, molti stirato, che solo lui sa che sorride, nessuno se ne accorge.
Ed ecco il presidente che fa ciao ciao al frate longilineo di Milanello e il frate risponde e non risponde perché il Cavaliere decide e non decide e tutto rimane in sospeso nell’aria di Milanello.
Ed ecco che il presidente volante, sorvolando la Maremma, saluta un robusto fattore della Maremma perché il fattore se ne è andato da Napoli e merita un saluto, però un saluto stringato, anima mia torna a casa tua come direbbero i Cugini di Campagna, è stato bello sognare, il sogno di un Walter, e il resto è noia, la noia del 3-5-2. E nessuno dei due, il presidente volante e il fattore della Maremma, si commuove perché sono uomini forti e gli opinionisti hanno sempre sostenuto che tra i due c’è stata una fusione fredda finché non si è raffreddata definitivamente e ognuno ha avuto la sua reazione a temperatura molto bassa.
Ed ecco che, finalmente, torniamo al punto di partenza, meglio ancora alla rotta iniziale, e stiamo sorvolando la Manica col presidente volante, e Buckingham Palace saluta il presidente volante, e anche la colonna di Trafalgar saluta e il Tamigi luccica e saluta, e il presidente volante invia al suolo sedici cinepanettoni che sono il suo regalo all’Inghilterra che finora rideva solo alle scemenze di Mister Bean, sapete quell’attore britannico che ha il nome di una lavanda, diciamo che si chiama Rowan Atkinson, ed è detto tutto.
E a Londra, dopo che l’aereo presidenziale è atterrato all’aeroporto di Heathrow, dove una folla di tifosi napoletani travestiti da steward inglesi stringe il presidente volante e ne tasta il portafogli, a Londra, ecco, il presidente volante incontra Rafa Benitez, l’allenatore alalà per proporgli un soggiorno nell’amena località casertana di Castelvolturno che non è l’isola di Wight e nemmeno il Lancashire, però è più allegro del sito neolitivo di Stonehenge nella contea inglese dello Wiltshire, e Rafa può respirarvi l’aria marina del Tirreno.
Il presidente volante annuncerà per tweet l’arrivo di questo Rafa Benitez e la Campania intera tiene accesi i computer per captare il cinguettìo dell’annuncio. Questo Rafa Benitez è uno spagnolo di Madrid, casualmente residente a Londra tra i giardini di Chelsea, che è il quartiere più lussuoso di Londra e possiede anche una squadra di calcio.
Questo Rafa Benitez è un vagabondo del pallone che ha frequentato otto città e otto squadre, Inter compresa, dopo avere fatto gavetta con le giovanili del Real Madrid. Poi città e squadre di seconda e terza fascia, Valladolid, Osasuna, Extremadura, Tenerife, quindi un volo più alto, Valencia, Liverpool, l’Inter (25 partite, 12 vittorie), infine Londra e il Chelsea, la squadra messa in riga da Di Matteo e passata a Rafa Benitez per vincere l’Europa League, finale contro il Benfica (2-1) pochi giorni fa.
Di un anno più vecchio di Mazzarri e di un centimetro più alto, e senza problemi di capelli, tanti pochi ne ha, e quei pochi incollati al cranio pensante, Benitez è il tweet-allenatore che il presidente volante anela. E tutti restiamo in sospeso in attesa della lieta novella, in attesa del tweet presidenziale, e cantiamo con lui Tweet Again. Più sommessamente, Rafa facci sognare.
MIMMO CARRATELLI
(Dal blog di Toni Iavarone).

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