Certo che si vince senza Cavani. Però sul campo del Pescara, ultimo in classifica e subissato da settanta gol, che fanno due reti a partita nella sua porta, non era poi una impresa proibitiva mancando il Matador. Si vince senza Cavani ed è capitato tre volte in questo campionato (una volta si è perso). Ma che razza di discorso vogliamo fare? Senza Cavani è un Napoli senza attaccanti. L’unico è Calaiò, poi c’è una “rosa” di mezze punte. E, per il futuro, si fantastica su Pazzini, Dzeko, Gomez, Damiao, Jovetic non facili da portare nel Napoli, a parte nuovi problemi di impostazione tattica, aggravati se dovesse andar via anche Mazzarri.
Col secondo posto blindatissimo è già tempo di programmare il futuro. Se Cavani va via, non c’è un altro Cavani sul mercato ed è probabile che il Napoli debba rivedere il suo impianto tattico per cavarsela senza il Matador. I suggerimenti di tecnici e opinionisti non mancano. Si fanno due ipotesi. L’ingaggio di una punta di sfondamento e di una mezza punta “abituata” al gol: la nuova coppia dovrebbe assicurare il bottino di reti di Cavani. Oppure, l’ingaggio di una punta centrale e di due esterni molto incisivi, tipo due emuli di Robben e Ribery!
Non facciamoci illusioni. La partenza di Cavani allontana il Napoli dalle ambizioni-scudetto. E’ inutile far chiacchiere sulle cantère e sull’esempio Borussia Dortmund. Se si cede il pezzo migliore senza alternative incoraggianti si fa un passo indietro. Diversa è stata la cessione di Lavezzi che non era un uomo-gol. Gli attaccanti che segnano con una prodigiosa regolarità sono merce rara e un grande club deve blindare i suoi giocatori decisivi, altrimenti deve ricominciare daccapo. Non interpretando questa “filosofia”, il Napoli si pone fuori dal giro delle grandi squadre. Sembra probabile che, con la partenza di Cavani, anche Mazzarri si defilerà.
Non è la fine del mondo e non è neanche la fine del Napoli, però il “pensiero” di De Laurentiis su una squadra giovane e battagliera, nel rispetto ovviamente dei conti societari, ridimensiona il futuro azzurro. E la Champions senza Cavani può deludere fortemente sino a scuotere il Napoli riducendone l’immagine con contraccolpi immaginabili.
Non si può fare proprio nulla per trattenere il Matador se un club metterà sul tavolo i 63 milioni della clausola rescissoria? E’ sicuro il Matador di trovare in un’altra squadra l’affermazione personale che ha conseguito nel Napoli? Potrà avvantaggiarsi di un ingaggio al doppio di quello attuale ed è un “conto” che Cavani fa, giunto ai 26 anni e con nove stagioni in carriera, per monetizzare il suo valore nella svolta forse decisiva del suo percorso agonistico.
Il rischio, poi, è un altro. Che l’addio di Cavani alla maglia azzurra vada per le lunghe a causa di una trattativa non semplice e questo bloccherebbe pericolosamente il programma del Napoli. Senza nessuna, immediata certezza su destino del Matador, il Napoli resterà in bilico su una squadra da costruire con o senza l’uruguayano.
La partenza di Cavani e la probabile rinuncia di Mazzarri a continuare l’avventura napoletana riporterebbero il Napoli a una specie di “anno zero” in cui la squadra dovrà essere rifondata tecnicamente e tatticamente. Un bel rebus. Peccato perché le condizioni di difficoltà di molti club di nome fanno prevedere un campionato prossimo ancora incerto e tutto da giocare. Perdere il passo in questo frangente potrà provocare una profonda delusione con ricadute impensabili sul campo e fuori.
MIMMO CARRATELLI