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Ho cercato Lavezzi in un poster a Parigi. Ci ho messo un po’, poi l’ho trovato. E ho provato strane sensazioni

La folla che a Parigi inonda i marciapedi degli Champs Elisèe in ogni ora del giorno (e della notte) conduce quasi per mano il passeggiatore senza meta. E se si tratta di persona sensibile all’eco del foot ball gli fa notare,a un certo punto,il grande e bel magazzino di rappresentanza del Paris Saint Germain.Un locale ampio e iluminatissimo,dove è possibile guardare, e comprare , per chi lo voglia,ogni tipo di gadget legato alla squadra, ai suoi calciatori,alla sua storia sportiva. Ma non solo. Lì dentro c’è un’ampia scena del calcio internazionale,che attira l’interesse dei forestieri in transito. Anni fa, quando il Napoli di Diego esplose con scudetti e coppa Uefa, in vetrina e sugli scaffali erano esposte maglie con numeri e nomi dei giocatori azzurri, da Maradona a Romano e Celestini. Ora che il PSG guidato dallo sceicco Al Khelaifi promette ai suoi supporters vittorie e trofei, le vetrine e i banchi di vendita mostrano una enorme quantità  di oggetti-simbolo della formazione parigina. E il maggior richiamo visivo sta in una cornice che inquadra tutto lo spazio esterno del negozio, con gigantografie a colori  dei calciatori in rosso scuro. Avvicinarsi e guardare è un’attrazione non domabile. Pochi secondi, e al passante che abbia il Napoli nelle cellule cerebrali destinate al calcio, si presenta una silenziosa ma pressante curiosità : Lavezzi, dov’è Lavezzi ? Lo sguardo corre veloce sulle grandi foto.Ecco Ibrahimovic con lo sguardo un po’ cattivo,Thiago Motta col volto sereno,il portiere Sirigu e l’esplosivo Sissoko, Menez e Pastore,Thiago Silva e Maxwell. Il Pocho (ma a Parigi lo chiameranno cosi’?) non si vede. La cornice fotografica però è grande e ha un’ala sulla sinistra, oltre l’ingresso. E gli occhi cadono su una figura esultante sull’erba del campo, pollice dritto in segno di vittoria. E’ lui, il fuggitivo. Qualche attimo di sospensione psicologica per il visitatore partenopeo.Un vortice di ricordi ancora freschi, sgroppate palla al piede, gol esaltanti e mancati gol urticanti, quel sorriso e quel gesto di trionfo con indosso una maglia di colore azzurro… E ora lui è li’, volto esultante a poca distanza dall’Arco di trionfo e dall’Avenue Montaigne,dove e’ stata scippata la moglie di Ibrahimovich. Pensieri contrastanti in chi guarda: è stata una fuga poco onorevole o un passaggio fatale di carriera ? Tutto passa. Lo dicevano anche i philosophes di Parigi. E i flash della memoria ora inquadrano altri campioni che esaltarono Napoli sportiva e se ne andarono solo a carriera finita. Il volto di Pesaola, il volto di Vinicio… Una piccola punta di amaro in gola. E una silenziosa domanda: per Lavezzi, Parigi varrà bene una fuga? Mimmo Liguoro

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