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Senza Lavezzi e Gargano siamo da scudetto, parola di Zaccheroni, Sacchi, Mura

“Io l’avevo detto” è la frase più antipatica per antonomasia, che pure è una parola orribile. Però lasciatemi togliere un sassolino dalla scarpa, oggi mi sento forte dell’intervista al campionato di Gianni Mura, su Repubblica. Io l’avevo detto. E per averlo detto (che Lavezzi non era determinante per il Napoli) mi sono beccato un sacco di vaffa, di improperi, di “non capisci niente di calcio” nei post sul Napolista. Adesso che il Pocho è volato a Parigi, Zaccheroni, Sacchi, Mura dicono che il Napoli è l’antagonista principale della Juventus nella lotta-scudetto. Com’è possibile? Con Lavezzi siamo arrivati quinti, senza di lui lottiamo per il tricolore? Siamo onesti: questo è il Napoli dell’anno scorso meno Gargano e il Pocho, più Insigne, Behrami, Gamberini e Vitale. Il presidente può dire quello che vuole ma Vargas, Donadel e Pandev già c’erano. Delle due l’una: o Lavezzi non è (era) così determinante come si crede, oppure Zaccheroni, Sacchi, Mura (e un pochino anche il sottoscritto, scusate se mi intrometto nell’illustre elenco) sono assolutamente incompetenti. Nel leggere la sua palla di lardo, Gianni Mura dichiara che “Napoli può permettersi i sogni”, e dà le percentuali per lo scudetto: Juventus 48, Napoli 17, Roma 11, Milan e Inter 7, Udinese e Roma 5. E’ anche vero, per continuare con l’onestà intellettuale, che le chance azzurre aumentano perché le altre concorrenti si sono indebolite. Il Milan ha ceduto Ibra, Thiago Silva e Cassano; l’Inter, Pazzini. Nessun napolista protesta rispetto a queste considerazioni. Come mai? Eppure l’anno scorso veniva mediamente massacrato chiunque metteva in discussione il funambolo argentino. “Senza Lavezzi il Napoli è una mezza squadra”. Ai nastri di partenza, invece, la partenza del Pocho ci fa guadagnare posizioni, almeno nelle previsioni generali. Secondo queste previsioni, il Napoli, vendendo Lavezzi al Psg viene comunque considerato papabile per l’agognato triangolino, l’ipotesi del disordine tattico creato dal Pocho diventa sempre più credibile. Chi scrive è pronto a scommettere che la somma dei gol di Cavani, Pandev, Insigne sarà maggiore delle 38 reti dello scorso campionato (Matador 23, Lavezzi 9, Pandev 6). Scommetterei ancora che Hamsik andrà in doppia cifra perché meno impegnato a coprire le “assenze” di Ezequiel in mezzo al campo e che qualche punizione, andato via Gargano, forse andrà in porta. Gianni Mura conclude (magnificamente, avverbio non casuale in omaggio al giovane di Frattamaggiore) il suo  articolo con “lardo ai giovani”. Molto più sommessamente, io dico che Lorenzinho sarà il nostro cicolo vincente, quello che manderà in coma epatico le difese avversarie, irrompendo nelle analisi pallonare di Prandelli. Dimenticavo Vargas. Sfumato definitivamente l’arrivo di Pazzini, approdato nel team di Allegri, lascerei Edu nella rosa. La panchina lunga (argomento che merita un approfondimento) consente questo e altro. Se Insigne sarà il cicolo della vittoria, Vargas può diventare un mix di salame, pepe e ricotta. Gli ingredienti per la famosa leccornia partenopea ci sono tutti. Perdonatemi il vilipendio alla pizza fritta, ma aggiungendo basilico e pomodoro, i tre colori ci sono tutti. Dopo averle golosamente leccate, incrociamo le dita e sempreforzaNapoli.

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