ilNapolista

La Juventus sta pensando di scaricare Conte?

CORSPORT – Un po’ più solo, all’improvviso, nel momento più delicato della sua carriera, sicuramente tra i più difficili in assoluto anche sul piano umano. Nel bel mezzo di un ciclone, Antonio Conte potrebbe intanto ritrovarsi ad affrontare l’ormai inevitabile processo d’appello senza avere al suo fianco almeno uno degli avvocati della Juve. L’indiscrezione è che tra pochi giorni, dopo la sentenza della Disciplinare, dal collegio difensivo potrebbe uscire l’avv. Chiappero – il nome più gettonato come nuovo legale è quello dell’avv. Giulia Bongiorno – anche se la Juve ha smentito le voci con una nota ufficiale. E intanto Conte vede formalmente andare via dalla Juve uno dei suoi collaboratori, Cristian Stellini.

L’ADDIO – Dopo aver patteggiato complessivamente 2 anni e 6 mesi per i fatti risalenti al periodo di Siena e a quello di Bari, Stellini ha rassegnato ieri le dimissioni per «sollevare lambiente della Juventus da un peso, cadutole sulle spalle, per fatti risalenti nel tempo ad altre stagioni» . Un gesto che secondo il presidente Agnelli «dimostra grande senso di responsabilità e rispetto per i colori bianconeri in un frangente così difficile della sua vita» . Scelta apprezzata dalla società, sicuramente opportuna alla luce degli ultimi sviluppi: il collaboratore di Conte sarà ascoltato a Bari dove la Procura della Repubblica sta continuando a indagare sulla base delle ultime rivelazioni di Andrea Masiello e Vittorio Micolucci.

GLI AVVOCATI – Dicevamo delle indiscrezioni emerse ieri pomeriggio sulla possibile uscita dal collegio difensivo di Antonio Conte di uno o entrambi gli avvocati di riferimento della Juve, Briamonte e Chiappero. Un’ipotesi che la Juve ha smentito con una nota affidata al sito ufficiale, specificando che « eventuali integrazioni a tale collegio saranno valutate solamente laddove, malauguratamente, il caso le renda necessarie». Sul punto, prima che la Juve diramesse il comunicato, era già intervenuto in diretta a Sky Sport24 l’avv. Briamonte (già uscito di scena dopo il mancato patteggiamento): «La Juve in ogni caso non farà mancare il suo appoggio a Conte. Il collegio difensivo è molto unito nell’attesa della sentenza della Disciplinare. L’ultima parola spetta a Conte. Io e Chiappero valuteremo in base agli eventi» . Non escludendo, appunto, novità nella composizione del pool che affianca l’avv. De Renzis, legale di fiducia di Conte. Ovviamente quei rumors suggeriscono una sola interpretazione di questa scelta: un passo indietro della Juve, peraltro clamoroso alla luce della battaglia portata avanti dal presidente Agnelli con un attacco frontale alla Figc solo pochi giorni fa. Sul piano politico e della comunicazione, in ogni modo, la Juve resta formalmente al fianco del suo allenatore, del suo ex capitano, della sua bandiera. Potrebbe, però, non schierare in trincea, davanti alla Corte di Giustizia Federale, tutti i suoi legali di riferimento. Se così fosse, qualcosa inizierebbe a muoversi.

Quanto sta accadendo sull’asse Torino-Roma può indurre il club bianconero a modificare nei prossimi giorni la propria linea tecnica su Conte. Il tecnico rischia una lunga squalifica e una squadra che punta ancora allo scudetto e rientra in Champions League può aver bisogno di una presenza fissa. Trattandosi della Juve, questa presenza deve avere anche un nome forte e un valore riconosciuto. Ecco perché molti individuano in Cesare Prandelli, ct della Nazionale, l’eventuale sostituto di Conte.

LA PRIMA MOSSA – Sgombriamo il campo dal primo equivoco: finora nessuno della Juve (e nemmeno per conto della Juve) ha telefonato a Prandelli, che sta preparando la prima amichevole della stagione fra l’Italia e l’Inghilterra in programma il 15 agosto a Berna, gara dove peraltro non dovrebbero esserci gli juventini (e nemmeno i napoletani) di rientro da Pechino il 12, quasi alla vigilia della partenza della Nazionale da Coverciano per la Svizzera. Per arrivare a Prandelli, la Juventus deve passare per forza dalla Federazione. Questo deve essere il primo passo: non sarebbe mai il ct a rompere il contratto con la Federcalcio, contratto che scade nel 2014, al termine del Mondiale in Brasile. Viste le tensioni passate e attuali fra la Juve e la Figc, sarebbe un passaggio delicato, ma che al tempo stesso potrebbe rappresentare anche l’occasione per riavvicinare le due parti, in rottura totale dopo le ultime dichiarazioni di Andrea Agnelli e la risposta di Giancarlo Abete.

PRANDELLI NON CI PENSA – Già in passato, in un lontano passato, la Federcalcio ha concesso il via libera a un suo commissario tecnico. E’ successo con Arrigo Sacchi, nel dicembre del ’96, dopo un Europeo fallimentare e mentre stava iniziando la preparazione al Mondiale di Francia 98. La telefonata di Berlusconi convinse il ct a tornare a Milanello e anche l’allora commissario straordinario della federcalcio, Raffaele Pagnozzi, a lasciarlo partire. La storia si è ripetuta anche di recente con Ferrara, ex allenatore della Under 21, liberato per accettare la panchina della Samp. Stavolta, però, sarebbe molto diverso. Sacchi era stato assunto da Matarrese che, dopo la sconfitta all’Europeo inglese del 96, non era più presidente, e Arrigo era uscito da quello stesso torneo con una batosta imprevista. Prandelli è arrivato invece con Abete che, anche durante l’Europeo in Polonia, quando le voci di un probabile divorzio fra il tecnico e la federcalcio avevano preso consistenza, ha cercato di trattenere il ct. Non solo: la Nazionale ha terminato l’Europeo da protagonista, giocando il calcio più bello insieme a quello della Spagna che ci ha sconfitti in finale. E a metà del suo lavoro e mira a un grande Mondiale in Brasile fra due anni.

ilnapolista © riproduzione riservata