ilNapolista

Lorenzo Insigne non può giocare nel Napoli

Lorenzo Insigne non può giocare nel Napoli. Non può se non cambia modo di comportarsi, di vivere. Edu Vargas si è consacrato, facendosi cacciare dalla nazionale cilena dopo una notte brava. Mario Balotelli, che non ha bisogno di presentazioni, quasi ce l’aveva fatta. Il Pocho Lavezzi pure si è distinto per (presunte) risse nel traffico notturno napoletano, giri in scooter nella pedonalizzata Piazza del Plebiscito. Anche il mezzo prete Matador Cavani, nel suo piccolo, è stato condannato a pagare 20mila euro di fitto arretrato al proprietario della villa di Lucrino. Del Dio del calcio non parliamo proprio, a lui tutto era ed è consentito: droga, evasione fiscale, figli a gogò, prostitute. Lorè, accussì nun ghiamme bbuon. Inventati una scazzotta, una megacausa col Pescara, almeno un vaffanculo a Zeman, un sincero gesto di ingratitudine. O fidanzati con una velina, ingrassa di quindici kg, fai uscire sui giornali il tuo nome per una combine del calcio scommesse. Vuoi avere una chance per il posto di titolare? E diamine, datti da fare! Qui a Napoli i bravi ragazzi non fanno fortuna. Antonio Cassano, che ha rischiato di vestire l’azzurro, in fondo non è cattivo. Ha imitato Capello che lo ha messo fuori rosa, è vero, ma  don Fabio è troppo severo, lo sanno tutti. Dopo l’intervento cardiochirurgico Fantantonio è entrato nel cuore di tutti gli italiani e si è definitivamente giocato qualsiasi possibilità di entrare a far parte del de Laurentiis – team. Lorè, se vuoi salire, con la squadra di casa, le scalette che portano al mitico campo verde del San Paolo,  inventati qualcosa di negativo. Sì tropp ‘nu bbuon guaglione.
di Giuseppe Pedersoli

ilnapolista © riproduzione riservata