ilNapolista

Le due fazioni su Delio Rossi e la retorica del buon esempio (quando la tv inquadra)

Ho molto apprezzato l’intervento di Ilaria Puglia e mi ero riproposto per questo di “appiattirmi” e tacere. Ho capito però che al direttore attizza molto il civile e intelligente dibattito che si è sviluppato intorno all’affaire Rossi. Penso che ha ragione di esserne incuriosito e non voglio deluderlo. Due schieramenti decisi, da un lato chi, giustamente, condanna la violenza del gesto, anche perché colpito dalla crudezza delle immagini. Dall’altro chi si lascia andare ad uno sbuffo di sana ed irrazionale soddisfazione per aver vissuto un momento, meno rituale, in questo calcio ormai ridotto ad un Truman Show. Una strana zona franca che consente, e poi metabolizza, nefandezze ben più gravi, in campo e fuori, purché previste dal copione e nascoste dalle scalette della tv. Io mi schiero decisamente con questi ultimi, pur comprendendo nell’altra posizione le ragioni di una sentita disapprovazione. Diciamo la verità, senza ipocrisia, il vero peccato di Delio Rossi è stato quello di non essere sfuggito all’implacabile occhio televisivo. Di avere fatto in pubblico quello che, se non visto da tutti, sarebbe stato probabilmente ignorato e perdonato, se non addirittura condiviso. Ma lo strappo alle regole suscita unanime riprovazione ed impone esemplari ed immediate sanzioni, con sollievo delle coscienze ed apparente quadratura del cerchio. La retorica del buon esempio affligge da sempre il mondo del pallone ed il corto circuito di Delio Rossi, con le reazioni che ha scatenato, sta consentendo, ad una pletora di finti moralisti, di scriverne una ulteriore insopportabile pagina. La violenza, fisica ed emotiva, fastidiosa e deprecabile, è ben altra cosa, non è certo la “paccariata” di un esperto e navigato allenatore, sull’orlo della serie B, insolentito dagli isterismi della ennesima prima donna di turno. Senz’altro peggio quello che subiamo noi, che non vogliamo rassegnarci alla poltrona, e cerchiamo di difendere, ogni domenica, uno spazio di passione vera, sempre più invaso da business, scommesse, bagarinaggio selvaggio, stadi militarizzati ed inospitali,finti ultras ma veri criminali, giocatori venduti, avidi procuratori e partite a prima colazione. Vedrete, alla fine, gli daranno persino il Daspo e la catarsi sarà sublimata. Claudio Botti

ilnapolista © riproduzione riservata