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Frustalupi, i segreti del piccolo Walter

Quando il destino ci mise un uomo con la sigaretta, finì che all’improvviso gli cambiò la vita. È nata più o meno così, la storia di Nicolò Frustalupi allenatore. E l’uomo con la sigaretta, ovviamente, è Walter Mazzarri. Il suo maestro e il suo boss (all’inglese) che, per i casi del calcio, gli ha dato la possibilità di guidare il Napoli in uno dei momenti più intensi della propria storia: a meno che oggi il Tas non ribalti la squalifica del tecnico – cosa decisamente improbabile – mercoledì a Stamford Bridge sarà ancora Frustalupi a dirigere gli azzurri in panchina nel ritorno degli ottavi con il Chelsea. E sarà il vice più invidiato del momento. «Ma no, che dite?» .

IL LAVORO – Sia chiaro subito: Nicolò, 36 anni da Pistoia ma nato a Genova per volere di una madre genovese, è un antipersonaggio: bravo davvero ( «un mostro di tattica» , secondo Mazzarri), umile come pochi e abituato al concetto di staff. «Siamo molto affiatati: trascorriamo più tempo insieme che con le famiglie» . Il preparatore atletico, Pondrelli, e quello dei portieri, Papale; il collaboratore tecnico, Concina; il team manager, Santoro. Tutti fondamentali. Tutti nell’ombra. A partire da Frustalupi: «Siamo a grandissimi livelli e mi basta svolgere il lavoro nel migliore dei modi. Certo sono un po’ timido ed è un difetto, però sono felice perché sono riuscito a trasformare la mia passione nel mio lavoro» .

IL TRENO – Grazie a Mazzarri, neanche a dirlo: «Gli devo tutto, sia perché m’ha insegnato ogni cosa che so, sia perché fu lui a propormi il corso da allenatore: alla Pistoiese facevo tutt’altro, e in futuro mi vedevo più dirigente che in panchina» . E invece, arrivò l’uomo con la sigaretta. «Io però non ho mai fumato in vita mia» . Dettagli. Diceva? «L’incontro con lui mi ha cambiato la vita: è passato un treno e sono saltato su. Non smetterò mai di ringraziarlo. Evidentemente era scritto nel destino» .

EMOZIONI – Come la notte di Londra e la possibilità di superare finanche il Napoli di Diego e compagni: «È un momento storico, bellissimo, e l’attesa che cresce ce lo ricorda di continuo» . Cinquemila tifosi e cinque charter in arrivo in Inghilterra sono il metro. «Finora i napoletani mi hanno sempre trattato bene, perché quando sono andato in panchina da solo abbiamo vinto… Non aggiungo altro» . Ma si difende con la scaramanzia. «Certo. La giacca? Non la tolgo, no. Però ho le mie contromisure» . Si scherza. E poi giù con il film dell’andata e del ritorno: «Al San Paolo mi sono emozionato entrando in campo: lo stadio pieno e i tifosi che urlano ‘The Champions’ sono brividi puri. Mi sa che anche io l’ho urlato mentalmente… Poi, però, quando comincia la partita svanisce tutto e ti concentri sulla sfida. Accadrà anche mercoledì, è ovvio: mi emozionerò ma poi penseremo all’obiettivo con serenità. Anche perché io dovrò soltanto sedere in panchina: il resto l’avrà già fatto Mazzarri. E dunque non posso che essere tranquillo» .

IL SOGNO – La qualificazione ai quarti è il chiodo fisso di milioni di persone colorate d’azzurro nel mondo: cosa darebbe per tornare a casa da vincitore? «Eh, tanto. Tantissimo. Diciamo che porterei tutta la squadra a cena» . Sicuro? Beh, andrebbe bene anche un caffè. Si vedrà. «Sarà una partita più difficile e insidiosa della prima, perché dopo un esonero i giocatori si sentono più responsabilizzati e hanno voglia di dare qualcosa in più. Il Chelsea, poi, è pieno di campioni» . La reazione dell’Arsenal con il Milan ha spaventato un po’ tutti: «Ogni partita fa storia a sé, sotto questo aspetto siamo tranquilli. Però si sa che le inglesi in casa sono molto temibili» . Anche il Napoli fa paura: «Sarebbe un sogno andare avanti, ma è già straordinario quello che abbiamo fatto: nessuno avrebbe scommesso su di noi nella fase a gironi» .

LA RAZIONALITA’ – Frustalupi ha studiato i Blues perfettamente: «Provo sempre a carpire ogni aspetto tattico dell’avversario: guardo video continuamente, è il mio primo compito. Mazzarri mi ha insegnato a non lasciare mai nulla al caso: le vittorie si preparano soprattutto durante la settimana» . A proposito: cosa pensa degli arbitri? «Rispetto il loro lavoro, è molto impegnativo». La serenità, il tratto principale del suo carattere: «Sì, sono un razionale: riesco anche a dormire bene prima e dopo le partite» .

OCCHI AL CIELO – A Stamford Bridge ci sarà la sua compagna, napoletana, mentre la mamma e la sorella faranno il tifo da casa: «Non se ne perdono una: sono felici per me perché sanno che sono felice» . Il pensiero non può che andare a papà Mario, leggenda e capitano di Lazio e Samp scomparso nel 1990. Lui ha anche giocato una finale di Coppa dei Campioni con l’Inter nel 1972 (kappao con l’Ajax): «Ecco, ci penso spesso. Spero che mi guardi dall’alto e che possa essere orgoglioso di me» . Londra romantica. Nel nome del padre
Fabio Mandarini (Corriere dello sport)

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