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Che brutti ceffi nella curva del Napoli

Sento l’esigenza di tornare al sorriso. Ci avevo creduto, lo ammetto. Pensavo che se avessimo segnato un gol avremmo superato il turno. Invece il gol è entrato ma il Chelsea ne ha realizzati quattro. Voglio allora ricordare, oltre al gol di Inler, il secondo momento in cui ho riso insieme ai miei compagni di buffet in tribuna divano. Inquadravano gli spettatori, settore tifosi del Napoli e a un certo punto il telecronista Sky, non so se ci avete fatto caso, commentando l’immagine di un tale con la panza da fuori e vari tatuaggi deformati dall’adipe, ha esclamato: “Ci sono personaggi travestiti da teppisti”. Il gruppetto a casa mia ha iniziato a ridere. “Forse teppisti travestiti da personaggi” è l’unico contro-commento che posso riportare senza incappare in censure. Scrivo una cosa che se la leggessi da un “non napoletano mi arrabbierei. Ma io sono nato e vivo a Napoli, me lo posso permettere: abbiamo certi ceffi in giro, qui da noi, che in confronto gli hooligans sembrano seminaristi. E abbiamo esportato qualche tipo nel ricco quartiere londinese che anche nel Bronx newyorkese il criminale energumeno irascibile cambierebbe marciapiede. Quei “signori”  che (mi è accaduto personalmente) nel ristorante – bettola di dieci metri quadrati e tre tavoli si accendono la sigaretta e ti guardano. Tu sorridi e twitti: “Fumate, tranquilli, siamo in pochi e la sala è molto grande, non c’è problema”. Dopo i tre fischi al termine del secondo tempo supplementare, ho pensato: meglio così, se fossi andato a Londra mi sarei imbattuto in troppi personaggi travestiti da teppisti.

Giuseppe Pedersoli

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