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Che fatica non esaltarsi, ma teniamo i piedi per terra

Nell’aria c’è polline di te…

 Come d’incanto, si ritorna ad annusare la calda atmosfera autunnale che ci permise voli pindarici. Più o meno sono nello stesso stato d’animo del dopo San Siro (0-3 all’Inter) o del dopo Barbera (1-3 al Palermo), lo stesso tempo in cui tutto sembrava perfetto e quindi possibile.  Ma, questa volta, non voglio commettere lo stesso errore e, nonostante la prestazione della squadra sia stata impeccabile e senza sbavature, m’impongo di non guardare troppo oltre e le ali continuo a tenere precauzionalmente in garage.

Il limite riscontrato nella stagione in corso è stato proprio quando c’era da gestire i momenti euforici e, ancor di più, quelli di depressione. Ma, così come non ho saputo dimenticare la bellezza di questa squadra che, a detta di tutti, riusciva nello scorso autunno con l’Udinese a giocare il miglior calcio nazionale, diventando splendente nelle notti di Champions, allo stesso modo, non riesco a dimenticare cosa siamo stati nell’ultimo mese e mezzo.

La terra è tornata ad accendersi e il richiamo delle nuvole è fortissimo, ma stavolta voglio solo limitarmi a godere e saldare i piedi al suolo. È il momento topico dell’intera stagione e, ora più che mai, non avrebbe senso impapocchiarsi la testa con calcoli e tabelle che a noi, tra l’altro, portano una sfiga indicibile.
Grande Napoli, grandi ragazzi e grande lo zio Walter, lo urlo: la prestazione, forse, è andata addirittura oltre le nostre aspettative attuali ma, nel corso dell’anno, abbiamo già avuto modo di trovarci in questi momenti ed ora non è più il caso di crogiolarci e specchiarci nel nostro bel narcisismo, ma di dare continuità, quella che ci è mancata.

Complimenti, proclami, esaltazione, pagine e pagine di numeri ed integrali per consolidare il pensiero su un recupero certo che poi mai certo è stato, anzi. E allora io mi compiaccio del risultato, dell’atteggiamento globale della squadra e del recupero di uomini fondamentali che stanno ritrovando il giusto passo, ma mi fermo qui. Gli ostacoli fondamentali, al di là degli uomini e degli schemi, specie quando anche le gambe non rispondevano, si è palesato nella testa dei nostri ragazzi. Una sorta di risvegli sporadici e lunghi letarghi in attesa della grande rimonta. E ora mi verrebbe da chiedere: c’è stata la benedetta svolta? Non lo so e non voglio saperlo. Anche se, almeno lo stato d’animo e l’atmosfera, di certo sono cambiati. C’è polline azzurro nell’aria, e di questo non sarò mai allergico.

Godo e penso al prossimo martedì “ignorante” che ci attende, solo a martedì. Mammamà, ma che bella vittoria…

Forza Napoli Sempre

La 10 non si tocca.
Gianluigi Trapani

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