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Quella barriera che si apre è un piccolo tormento

Una partita di calcio equivale a un film ricco di fatti, episodi e personaggi. E resta nella memoria degli spettatori, che se lo ripassano più volte. Certe fasi di gioco prevalgono e non sempre si tratta di un gol, evento supremo. Può trattarsi d’un gesto atletico, una grande parata, un passaggio geniale, una papera del portiere o il gran tiro di un attaccante. O di altro. Come, per esempio, un calcio di punizione dal limite. Pro o contro. Era “contro” quello che ancora rivedo, proiettato direttamente dalle schegge di attimi consumati sul campo di Novara. Quella punizione dal limite trasformata in gol dagli azzurri del Piemonte torna e ritorna. E non per il tiro forte e teso che ha sospinto il pallone ma per quella fragile e scomposta barriera degli azzurri partenopei in maglia gialla. Barriera, dice il vocabolario, significa steccato, riparo, sbarramento per chiudere un passaggio… E nel calcio, come ben sappiamo, deve chiudere a chi tira dal limite la vista della porzione di porta più lontana dal portiere. E allora, per tutti i diavoli, come mai quella barriera sul campo sintetico s’è aperta proprio nel momento sbagliato, quando arrivava il pallone calciato con forza? A Diego Maradona le barriere facevano un baffo, lui le evitava con traiettorie disegnate da poteri magici nascosti nella sua scarpetta sinistra. Ma ai calciatori del Novara questi poteri sono del tutto sconosciuti. Per segnare dal limite con palla ferma devono sperare in un episodio fortuito. Come lo sgranamento della barriera, per esempio. Sul match disputato dagli uomini di Mazzarri le cronache hanno già raccontato tutto: per vari motivi, non è stata una prestazione memorabile e non mancano le critiche né le spiegazioni. Ma quella barriera che si apre è un piccolo tormento… Mimmo Liguoro

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