ilNapolista

De Sanctis degno erede dei guardiani azzurri

Quando di una partita di calcio, dopo un po’ di ore, si ricordano con animo rasserenato le belle parate del portiere amico  vuol certo dire che la squadra del cuore non ha entusiasmato, anzi forse ha anche preoccupato. Dal fischio finale dell’arbitro miope di Napoli-Fiorentina (se non ha visto quel rigore…) mi è capitato di rivedere più volte, nella mente, gli interventi salvatutto di De Sanctis. Sempre pronto, piazzato, sicuro, elastico e intelligente, capace di intuire con l’anticipo giusto forza e direzione del tiro nemico. Una presenza confortante e autorevole anche quando la macchina del gioco non gira proprio a dovere. De Sanctis è stato ancora una volta un punto di forza, una saracinesca mobile e sicura. E le sue parate, con o senza scenografie acrobatiche, richiamano alla memoria i grandi “guardiani” che lungo il tempo lo hanno preceduto a Napoli: portieri che dicevano l’ultima parola, un secco no, alle incursioni avversarie nate da superiorità tecnica o da insufficienze degli uomini in azzurro. Numeri uno come il grande Cavanna o come Sentimenti II, che una volta sul Golfo volle restarci per sempre, da cittadino vomerese. E poi, i portieri che dal dopoguerra a oggi hanno potuto dar conto della loro bravura, accompagnando il Napoli verso traguardi prestigiosi , o anche solo in campionati dignitosi e in salvezze e ritorni nel calcio che conta. Per esempio, il bravo Chellini del ritorno in A, poi il gigante Bepi Casari, idolo degli anni ’50, con le sue grandi mani a tenaglia. E dopo di lui lo scattante Bugatti, che volava come un aquilotto. Pontel, che frenava gli ardori delle squadre in serie B , e poi Bandoni, col suo record personale di 9 partite senza gol. E il grande Dino Zoff, venuto dal Mantova “a miracol mostrare” prima di andare alla Juve. Più tardi arrivò Castellini, il giaguaro, nella formazione che annoverava Rudi Krol e conquistò il terzo posto. E ancora dopo, il simpatico Garella (primo scudetto) e il bravo e sfortunato Giuliani (secondo scudetto) morto a soli 38 anni. Il tempo rotola e arriviamo a Gennaro Iezzo, erba di casa nostra. L’elenco è più lungo, naturalmente. Ma ora è De Sanctis che va in capo a dire no. Il fiuto dei tifosi capta il peso che ha un grande portiere, e gli tributa l’omaggio del suo affetto. Sperando anche che non debba sempre… affaticarsi troppo. Mimmo Liguoro

ilnapolista © riproduzione riservata