ilNapolista

Foto tifosi nei numeri, idea del calcio in crisi

L’ idea è un po’ bizzarra, sicuramente rivoluzionaria, decisamente buona. Non può stupire che l’abbiano avuta in Spagna, il Paese che in Europa incassa di più con il merchandising calcistico. Maglie, gadget, oggettistica: sembravano tutti territori già ampiamente sfruttati per fare soldi. Invece no. Rimanevano da riempire i numeri delle magliette: un peccato mortale, lasciarli vuoti ai tempi della crisi. Playing2, società madrilena, ha studiato come utilizzarli e ha lanciato la novità che ha già ingolosito migliaia di tifosi e un bel po’ di club lungimiranti. Sulla schiena, d’ora in poi, ogni giocatore potrà portare le foto dei suoi fans. E, quindi, ogni tifoso potrà scendere in campo con il suo idolo, con la faccia stampata dentroun 7 o un 10. Fotine, d’accordo. Due millimetri di altezza e due di larghezza. Serve una lente per vederle bene.Maquel che conta è la presenza. Non solo simbolica. Perché nel contorno di un numero stanno circa 4000 faccine. E una squadra intera ha quindi a disposizione tra i 100 mila e i 150 mila spazi da vendere. A 25 euro l’uno, per un’intera stagione. Una spesa modesta per chi decide di farsi o di fare un regalo originale, di affittare un posto privilegiato sulla pelle del suo campione preferito, sulla maglia della sua squadra del cuore. Vendere tutto il vendibile, però, per un club significherebbe intascare tra i 2,5 e i 3,8 milioni di euro. Tanta roba, specie in questi giorni di bilanci sempre più in rosso e di sponsor in fuga. Lo sanno bene, gli spagnoli: è la stagione in cui il Barça piazza per la prima volta sul blaugrana un logo (quello della Qatar Foundation) che gli frutta soldoni e in cui big come Valencia e Siviglia hanno ancora un buco al posto del marchio «amico». Proprio il club andaluso è fra chi ha già detto sì all’idea di Playing2.Lamaglia più richiesta è quella della punta Kanoutè, maliano a Siviglia dal 2005. È una «bandiera», sul suo 12 uno dei primi spazi prenotati è stato quello di un bebè di poco più di un anno. Regalo di papà, che è entrato sul sito www. playing2.com e ha seguito le semplici istruzioni per completare l’operazione. Con Internet, possono farlo tutti, da ogni parte del mondo. Spagnole a parte (ma Barça e Real Madrid non sono disponibili), ha già aderito il Porto, sono in corso contatti con la Francia e, prossimamente, con Messico, Brasile e pure Italia. Unsolo rischio, non solo d’immagine: vedere i numeri dei campioni belli pieni e quelli dei peones a chiazze. L’iniziativa, intanto, funziona già anche per il Motomondiale: spazi in vendita sulle carene di Edwards, Elias, Simoncelli e dei piloti dell’Aspar Team. Nuovi fronti annunciati per basket e Formula 1. Con le stesse prospettive offerte ai tifosi del calcio: sentirsi sempre più vicini ai loro idoli. «In effetti – conferma Raul Del Rio, una delle menti di Playing2 -, questa idea non è nata come una forma di finanziamento supplementare per i teammapiuttosto come un’opportunità intrigante per sviluppare e consolidare il legame tra gli sportivi e i loro ammiratori e per creare nuove emozioni». Il progetto può fare centro. Ai tifosi costa poco e dà uno strumento in più, suggestivo, per sostenere l’asso e i colori del cuore. Ai club chiede nulla e può fruttare tanto: i 25 euro moltiplicati per migliaia di volte, ma anche i soldi delle magliette che ogni sottoscrittore comprerà per tenere tra i ricordi più cari la sua fotina nel numero-mosaico. Una maglia praticamente impossibile da taroccare, unica e personalizzata. Per la gioia anche dei colossi dell’abbigliamento sportivo.
Roberto Condio
(La stampa)

ilnapolista © riproduzione riservata