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Postiglione, il bomber dei Salesiani

Il campo di gioco dell’oratorio dei Salesiani al Vomero era fatto di mattonelle. Il pallone rimbalzava con tonfi sonanti e i portieri mettevano guantoni e ginocchiere per evitare guai. In quegli anni ’50 , il torneo estivo ruotava intorno alle sfide tra le due squadre più forti, dal singolare nome meneghino: “Milan boys” e “Ambrosiana”. Giocatori in gamba, partite combattute. Ma a richiamare i tanti spettatori, che di domenica circondavano quel duro spazio di terracotta, era soprattutto un ragazzo biondo che tra gli ambrosiani giocava centrattacco. Si chiamava Guido Postiglione. Dribbling e tiri in porta ribattezzati “cannonate”, eleganti stacchi di testa, senso della posizione: chi lo paragonava a Jeppson, chi preconizzava un futuro brillante. Si sparse voce che era stato adocchiato dal Napoli e inserito tra i boys. E poi, il passaggio dalla squadra giovanile alla “rosa” principale. Fino a quando, in un giorno di maggio del ’60, lo si vide in campo nello stadio vomerese, con la maglia azzurra. Era già stato in campo una settimana prima, a Bari, contribuendo a portar via un pareggio. Numero nove, come al tempo dell’Ambrosiana. Ora il beniamino dell’oratorio stava lì, davanti a trentamila spettatori, per aiutare un Napoli pericolante a salvarsi dalla serie B. Annibale Frossi, nuovo allenatore di scuola catenacciara, aveva collezionato quattro flop iniziali e Amadei, richiamato, era tornato in panchina. Postiglione giocava adesso al fianco di Pesaola, Del Vecchio, Di Giacomo il “bersagliere”, Posio, Beltrandi. E avrebbe poi affiancato Vinicio, assente in quella domenica. Un gol al Bologna, un gol al Padova: il goleador del campo di mattonelle dimostrava di saperci fare anche sull’erba. Un altro napoletano combatteva in campo con lui, Gennaro Rambone. Ma il Napoli attraversava un periodo avvelenato con equilibri interni sempre sull’orlo del dirupo. E rendimento mediocre, acuito dall’arrivo di giocatori ormai al tramonto, come Pivatelli, Gratton, Mialich. L’anno dopo arrivò la retrocessione, dopo un torneo che vide dieci volte in campo Guido Postiglione, con un gol alla Juventus: due a due a Torino, segnò anche Tacchi. Poi il calciatore che da ragazzo giocava sul campetto di via Morghen prese altre vie, con altre squadre, Verona, Bari, Palermo. Ma ormai il suo nome nella storia in chiaroscuro del Napoli era scritto. Mimmo Liguoro

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