ilNapolista

Appello da Amsterdam, biglietti per l’Estero

Che il fatto è serio lo si capisce da subito. Elio Lo Conte, classe ’53 mette insieme tifosi per missione. Ingegnere Chimico, aveva bisogno di cercare sostenitori del Napoli già a Palermo, da ragazzino, ai tempi dell’Università: «Perché se il Napoli perde vuoi stare da solo, ma quando vince, con chi la dividi tutta quella felicità?». E poi, anni dopo, bisogna arrivare ad Amsterdam, guardarsi in giro, riconoscersi. E sentirsi a casa: « Il primo club mi è riuscito solo nell’85 quando il Napoli di Diego faceva furore in tutto il mondo e trovava tifosi non solo tra i  napoletani in Olanda ma anche tra gli stessi olandesi (nonostante i Gullit e i Van Basten rossoneri)».

Napoletano da genitori siciliani è cresciuto ai Quartieri Spagnoli, ideatore del CLUB NAPOLI INTERNET, un club che tra l’85 ed il 90 ha contato oltre cento iscritti organizzando trasferte a Napoli, Monaco, a Stoccarda: «Nel ‘95 internet mi è venuta in soccorso, tutto è diventato più facile. Avevo visto che l’Ajax ed il Fejenoord avevano dei siti che permettevano ai tifosi di scambiarsi informazioni e impressioni sulla squadra del cuore e cosi nell’ottobre di quell’anno ho creato una cosa simile per il Napoli, (www.clubnapoli.it), che ancora oggi, dopo 16 anni, mette in contatto i tifosi azzurri nel mondo».  Le iscrizioni corrono, arrivano supporter dagli Stati Uniti, dall’Australia, dalla Germania e molti altri Paesi: «Non eravamo più soli, eravamo vicini. E spesso preferivamo superare le barriere virtuali per incontrarci a Manhattan, Londra, San Francisco e naturalmente Napoli». Il Club ha seguito la squadra ogni giorno: «Anche quando il Napoli ha giocato contro il Lanciano, il Cittadella o il Giulianova in serie C.  E oggi siamo pronti a seguire il Napoli in Champions col Barcellona o col Chelsea». Il club oggi conta oltre 4000 iscritti, da 49 paesi, soprattutto Stati Uniti, Australia, Germania ma manche da Cipro, dall’Islanda, dalla Nuova Zelanda e dall’Arabia.

Com’è stato che ti sei ammalato?
Da piccolo mio zio mi portò al San Paolo un paio di volte e seguivo il Napoli dalle pagine sportive del lunedì del Mattino e del Roma. Quando avevo 10 anni, i miei si trasferirono a Palermo dove ho poi studiato, e mi ritrovai l’unico tifoso del Napoli tra tanti tifosi del Palermo. Da lì è iniziata la mia lunga ricerca.


Da lontano… quanto è complicato restare napoletani da lontano?

SKY ci dà una mano. Il più delle volte il Club si riunisce per guardare la partita insieme. Per quelle importanti però non posso evitare una fuga al San Paolo, se trovo i biglietti. A questo proposito, posso fare un appello? Che il Presidente, la società, mettano un minimo numero di biglietti a disposizione dei tifosi che vengono dall’estero. Tante volte mi scrivono da Londra, da Berlino… hanno prenotato il viaggio per Napoli, ma non trovano il biglietto per la partita. La società potrebbe avere questo servizio di prenotazione sul sito.

Riti scaramantici?

Vedere la partita con la maglia azzurra (del Pocho o di Hamsik) Il ricordo più intenso legato al Napoli. Ricordo un Palermo- Napoli del 1969; il Napoli in lotta per un posto in coppa UEFA venne a Palermo. Il Palermo era in zona retrocessione, ma in casa a pochi turni dalla fine non aveva mai perso e i tifosi erano orgogliosi dell’imbattibilità della Favorita. Io stavo a Palermo e non mi lasciai sfuggire l’occasione per andare a vedere il Napoli di Zoff e Altafini, Montefusco e Juliano, Sala e Abbondanza. Quella domenica ero forse il solo tifoso del Napoli sugli spalti della Favorita di Palermo. Alla fine del primo tempo il Napoli, era sotto di un gol: rete di Barison, poi la doppietta di Troja, del Palermo. Nel secondo tempo il Napoli ribaltò il risultato con il rigore di Altafini e il gol di Micelli. Vinse il Napoli per 3-2 e scoppiò l’inferno. Le reti di recinzione crollarono sotto la spinta dei tifosi del Palermo, inferociti per la sconfitta, un gestaccio di Altafini e la direzione di Sbardella. L’arbitro non riuscì a rientrare negli spogliatoi per l’invasione di campo e, unico caso nella storia calcistica italiana, abbandonò lo stadio a bordo di un elicottero della polizia, atterrato sul terreno di gioco. Io ragazzino napoletano mi trovai li a gioire in silenzio, per evitare rischi di pestaggi dei palermitani. (PS il gemellaggio tra tifosi azzurri e rosanero risale agli anni settanta, diversi anni dopo quell’incontro).

Fuorigrotta, il nostro tempio…la partita che non hai dimenticato al San Paolo.
Infiniti sono i ricordi e le emozioni legati al San Paolo. Alcune partite scudetto, ma vuoi mettere la prima volta che vidi giocare Maradona? Gol su punizione del Pibe de Oro. Il gol della vittoria contro la Juve nel 1985 dopo 20 anni di delusioni. Era domenica 3 novembre la Signora col Trap in panchina e Platini in campo arrivava al San Paolo con 8 vittorie di fila, ma una magia di Diego fece la differenza e la felicità mia e di tutti i tifosi del Napoli. Cosa non si fa per passione? Raccontaci la tua follia… Purtroppo il Napoli mi ha dato anche molte sofferenze, ma tra i veri tifosi si sa che il Napoli è una malattia e a volte ci procura delle brutte intossicazioni. Già a 10 anni ricordo che piansi quando il Napoli andò in B, ma la cosa che mi fece più soffrire fu leggere il lunedì nei giornali sportivi della folla di “cosiddetti tifosi” che invase il campo e distrusse porte e campo del San Paolo.  Già da bambino non capivo e ancora oggi non capisco e non accetto la violenza negli stadi ne’ quella contro tifosi avversari ne’ quella contro le strutture della società. Per me la passione è tutto tranne che violenza.

“Solo la maglia”, azzurri prima di tutto. Ma chi è il tuo calciatore del cuore?

Il mio giocatore preferito è il Pocho, per la sua velocità e le sue invenzioni; se solo fosse più preciso sotto porta.

La maglia n.10. Potrà tornare ad essere indossata?

Si quando vinceremo di nuovo lo scudetto Un augurio personale alla squadra Che i tifosi siano più fiduciosi nell’operato della società e che seguano la squadra anche nei momenti difficili. Che dici, è l’anno buono, lo vinciamo ’sto scudetto? e la Champions? Per il prossimo anno, mi sembra che ci siamo rafforzati e dobbiamo affermarci tra i primi 3 in campionato e se possibile tra le prime 8 in Europa. Questo sarebbe già un grossissimo risultato.

Agnese Palumbo


ilnapolista © riproduzione riservata