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Striscione pro Borgonovo stasera al san Paolo

Saranno trentatre anni il 30 d’Agosto prossimo che è morto. Si chiamava Antonio Esposito Ferraioli. Era uno chef. La camorra lo aspettò con pazienza sotto casa della fidanzata sino alle due del mattino. Lo ammazzò a tradimento mentre vicino la portiera dell’auto stava salutando la sua presto sposa. Lei affacciata al balcone, la madre a casa che lo aspettava, una vita davanti. Un colpo solo di lupara alle spalle. Tonino in quell’auto non entrò mai. E nemmeno nei libri di storia. Tonino: lo chiamavano così per via del carattere. Mite ed idealista, a chi l’ha ammazzato doveva sembrare davvero piccola cosa. Una cosa inutile da tenere in vita. Un ragazzino testardo, una pulce di ventisette anni che s’era messo a non cucinare la carne avariata dei clan. Una piccola cosa per un grande intralcio. Non ha avuto padri l’omicidio del cuoco con la coscienza al posto del futuro. Non si sa chi ma solo perché. E’ a questo perché che una scuola di Napoli, l’Istituto Alberghiero IV I.P.S.S.A.R., ha deciso di dedicarsi. Si chiameranno I.P.S.S.A.R. A.Esposito Ferraioli. Si chiameranno come Tonino. Se non è entrato da nessuna parte, entrerà almeno a scuola. La preside dell’Istituto, la dott.ssa Rita Pagano, ha deciso così. Lanciare segnali come in guerriglia. Piccoli ma quotidiani. Ad esempio allo stadio. Stasera la scuola che si chiama come Tonino ha cucinato uno striscione che farà così: “Stefano, siamo noi a tifare per te”. Cucinare per la camorra no. Per Borgonovo invece. Trentatré anni dopo, che siano associazioni a delinquere o malattie, tutti i Ferraioli continuano a cucinare contro tutte le stronze. (v.r.)

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