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Tre ore sul Frecciarossa e Aurelio parla di tutto

“Può succedere di tutto”. Ho sentito e letto spesso in questi giorni questa frase.  La stranezza e l’equilibrio del campionato ci hanno abituato a pensare che nulla è precluso e che le trappola e le sorprese possono presentarsi in qualsiasi momento . Anche domenica. Ma, entrando nell’ottica della imprevedibilità di stagione, voglio allontanarmi dai discorsi di campo e passare su un treno.
Di questi tempi pazzi, può succedere di tutto, anche su un treno. Soprattutto se è un Freccia Rossa ad Alta Velocità che parte da Bologna alle 18.23 di domenica scorsa, proprio dopo l’ennesima vittoria degli azzurri. Può succedere di tutto. Anche di avere come vicino di posto Carlo Alvino o la Balivo, o di incontrare, così, per caso, il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis insieme alla sua signora. E può anche capitare che il presidente si fermi a parlare con i tifosi durante il viaggio, rispondendo a tutte le domande che gli sono state poste. Può capitare, ed è capitato.
Nel suo giacchetto marrone, ben pettinato e con occhiali scuri che dopo poco toglierà, è uscito dalla business class ed ha tenuto banco prima con un paio di tifosi e poi facendo una vera e propria conferenza stampa , stringendosi sempre più lo spazio. Le domande però, non le hanno poste i giornalisti, ma direttamente i tifosi. Ed egli, il più delle volte, ha risposto come tale e non come presidente, spogliandosi un po’ di più e lasciando a casa le formalità del caso. Penso che la maggior parte delle persone abbiano molto apprezzato la sua schiettezza e il suo modo umano di confrontarsi. Difatti, ad un certo punto, è sembrato quasi di essere al bar dello sport… altro che conferenza stampa.
LA GESTIONE DEI GIOCATORI – Alle domande sui calciatori, sui loro contratti, e sul mercato in entrata e in uscita, ha più volte rimarcato che le scelte della società sono fatte secondo una sua coerente logica. In primo luogo ha sottolineato quanto sia difficile gestire questi ragazzi.  E in tal senso ha espresso anche un pensiero su Mourinho che a suo dire, sarebbe andato via, non per i trionfi, ma perché s’era reso conto che lo spogliatoio in quelle condizioni, non avrebbe mai potuto più gestirlo. Alla domanda su Gargano e del ruolo definito autoritario all’interno dello spogliatoio, il presidente ha risposto: “un calciatore che non gioca per quattro giornate e non si lamenta, lo definite autoritario?”. Pazienza è invece uno che spinge perché vuole giocare sempre
QUAGLIARELLA – Ha parlato di Quagliarella e del suo difficile rapporto con l’allenatore e con la squadra.Si è dilungato su questo argomento e ha parlato dei problemi che creava lo stabiese nell’ambiente, che per un anno ha voluto pernottare a casa sua a Castellammare invece di stare con i compagni.  Un comportamento che spesso appartiene ai giocatori: arrivare tardi agli allenamenti, non completare le sedute. Inevitabilmente, si è creata un crepa con gli altri. E’riuscito a convincerlo solo per poco a tornare a Castelvolturno (confermando che in quei giorni, Quagliarella aveva giocato molto bene)dicendo anche che gi erastata messa a disposizione  una suite e tutti i comfort del caso. Dopo due settimane però, Quagliarella è voluto tornare nella sua città, e i dissapori sono aumentati. Ha raccontato anche che, al contrario di quanto De Lauerntiis vuole, a volte non accettava di firmare autografi ai tifosi e Mazzarri non l’ha voluto più. E De Laurentiis ha risolto la questione senza pensarci due volte.
IL FUORICLASSE – Ma lei lo prenderebbe Messi?  “E che dobbiamo fare con Messi?” Il suo obiettivo è veramente quello del club catalano con la sua cantera. Vuole giovani da far diventare campioni. Come sta capitando ai nostri assi. Per cui, parlare di campioni a Napoli già affermati è inutile. I contratti saranno adeguati, ma non stravolti. Anche per una questioni di equilibri di spogliatoio.
DIRITTI D’IMMAGINE  – E qui s’è scatenato l’inferno. Ha ribadito che non li cede e che, come per i suoi attori, sono i film che fanno grandi gli attori. Ha fatto l’esempio  del Pocho: “se non era per noi, oggi  Lavezzi, non sarebbe Lavezzi”.
MERCATO – Prenderanno sicuramente due giovani centrocampisti (Inler pare sia saltato) e Matavz. Le note dolenti provengono dal discorso Lavezzi, eh. L’intenzione del presidente è quella di tenere tutti i giocatori più forti, ma si rende conto che, oggi, i contratti valgono quanto carta straccia. Quando si presentano Squadre con la S maiuscola, con un contratto faraonico, i procuratori dei giocatori il giorno dopo lo chiamano al telefono. E Mazzoni è uno di questi..Discorso opposto per quanto riguarda Cavani. Definito anche dal Dela “atleta di Cristo”. Dela sa che Cavani ha ricevuto moine e contratti da parte di altre importanti società, ma il procuratore non l’ha mai telefonato. E’convinto che  Cavani si trovi molto bene a Napoli e che la sua scelta di venire qui non sia stata solo economica . “Cavani è così come lo vedete”(mi preme sottolineare che è l’atteggiamento di Cavani ad essere “strano”per un calciatore). Io mi tengo solo i giocatori che vogliono restare. Lavezzi non è Cavani. Mazzarri? Resterà
L’AFFARE – A chi gli faceva notare che ha comprato il Napoli per soli 35 milioni, Dela ha risposto: “è vero, ma io ho comprato un foglio di carta per 35 milioni”. Oltre quel foglio di carta non aveva niente più. Bellissimo il siparietto finale con Mariella (la mia amica). Lei gli ha chiesto, ormai entrata in confidenza: “presidé, ma perché non ci fermiamo a Firenze per vedere il Milan?”. Aurelio si è illuminato e ha risposto: ”Bella mia, hai ragione” e voltandosi verso la moglie: ”tesò, che dici, ci andiamo?”. L’espressione di meraviglia e di rimprovero della moglie gli hanno immediatamente fatto cambiare idea. “E non c’ho nemmeno i biglietti per la partita, come facciamo?”. Creando una risata generale (come per dire “e presidé, vuoi vedere che dobbiamo provvedere noi?”). Dovrei chiamare Galliani, ma quello s’incazza e poi, non vorrei che pensasse che io ci vado per gufare…” e ancora verso la moglie “ e va bè, ce la vediamo a casa”.
Alla fine, quando ormai, non era più praticabile il piccolo corridoio del treno, si è ritirato in business class prima di scendere a Roma.
Ripeto, ha fatto una buona impressione a tutti e spesso, nell’interloquire, toccava e stringeva le braccia dei tifosi e guardava tutti negli occhi. A chi gli faceva notare, di viaggiare in solitudine, senza una sorta di scorta, ha risposto: “siete voi le mie guardie del corpo”. E può succedere anche questo …
Gianluigi Trapani

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