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Astorri, ‘o sceriffo dell’ala destra

Bruno Astorri, centrattacco dell’Atalanta, arrivò a Napoli nella stagione 1949 – ’50. Con lui, un gruppo di nuovi acquisti, a disposizione di un allenatore dotato di  importante curriculum : Eraldo Monzeglio, già terzino della Nazionale vincente di Vittorio Pozzo. Astorri era destinato a restare diversi anni sotto il Vesuvio. Lo si capì dalla simpatia che subito legò il nuovo attacante al pubblico che ogni domenica affollava lo stadio del Vomero. Bruno di nome e di fatto, di media statura, dotato di buona tecnica e di un discreto fiuto del gol, Astorri aveva le gambe “alla cavallerizza”, piuttosto arcuate. Immediato il soprannome che rotolò lungo le gradinate e dilagò nei crocicchi in Galleria, nei lunghi dopo-partita dei tifosi, quando non c’era la tv : “’o sceriffo”. Con le sue galoppate verso la porta avversaria, Astorri richiamò subito l’immagine dei cow-boys, all’epoca molto presenti sugli schermi. Un cow boy che, naturalmente, stava dalla parte giusta, con la stella sul giubbotto, anzi sulla maglia azzurra. Il cavallo non c’era, ma le gambe divaricate di Astorri lo facevano immaginare. Cavalcando sul prato, il centravanti venuto da Bergamo segnò otto gol e contribuì alla promozione, festeggiata con una pacifica e colorita invasione di campo. Confermato , lo sceriffo cambiò ruolo: ala destra. La maglia numero 9 fu indossata da un big del calcio, Amedeo Amadei. Arrivarono anche altri giocatori di buon rendimento, come Casari, Remondini, Formentin, Granata, Masoni. E sulla prateria della fascia destra continuavano le cariche dello sceriffo bruno. Ancora 8 gol per lui. Napoli al sesto posto. Astorri segnò anche nell’incontro col Bologna, battuto per 4 a 1. E in quello con il Como, travolto per sette a zero. I tifosi cantavano: “Sette a zero con il Como, quattro a zero c’ ‘o Bologna, mamma mà, ma che vergogna…”. Lo sceriffo continuò a guidare l’invisibile destriero verso le reti avversarie fino a quando non arrivò, per sostituirlo, un’altra ala destra di valore: Giancarlo Vitali. Un giocatore di ottima qualità e di presenza costante. Avrebbe giocato nel Napoli di Jeppson. Ma per molto tempo, gli appassionati continuarono a vedere , con gli occhi della memoria, Bruno Astorri lanciato al galoppo sul prato verde e soffice dello stadio in collina. Mimmo Liguoro

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