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Quando a San Siro
ne segnammo cinque

Al novantesimo di Napoli-Catania… “il cor mi fuggì verso il Vomero”, parafrasando il vate D’Annunzio. Un improvviso lampo di memoria, innescato dall’avvicinarsi della trasferta a San Siro. Il ricordo di altre sfide con i rossoneri, quando in campo scendeva un altro Napoli e lo stesso gioco del calcio si manifestava con altri meccanismi. E’ come un film appena visto, quell’incontro del primo ottobre del 1950. Ero in una “chiorma” di ragazzini, stretti nella folla dei “distinti”, sopraffatti dall’emozione. E scesero sul prato i 22, agli ordini – come diceva Nicolò Carosio – dell’arbitro Massai. Festa, entusiasmo. Ma durò poco. Quel Napoli appena tornato in serie A , all’11esimo minuto già subì una rete, segnata da Liedholm, uno dei tre fenomeni dell’attacco meneghino. Con gli altri due, Gren e Nordahl, mise in moto una formidabile macchina da gol. Era il trio svedese, una delle meraviglie calcistiche dell’epoca. Il Napoli lottava ma era fatalmente destinato a soccombere. A un certo punto, Nordahl puntò da lontano la porta difesa da Casari. Fece di corsa una trentina di metri, inseguito da Vultaggio che lo afferrò per la maglia. Ma Nordahl, che pesava 95 chili ed era chiamato “il pompierone”, continuò a correre, con Vultaggio che inutilmente lo frenava. Inesorabile, fulminò Casari con un tiro-bolide. Altri gol li segnarono Burini e Liedholm. Nel finale, a giochi chiusi, due reti azzurre e il risultato si fissò sul 5 a 3 per i diavoli. La “chiorma” uscì dallo stadio muta, sconsolata. Fu da quel giorno che ognuno di quei ragazzini maturò per le partite contro il Milan un interesse doppio. Non solo si desidera la vittoria del Napoli ma anche, se non soprattutto, la sconfitta del Milan. Sulle montagne russe dei campionati che si sono susseguiti, i risultati, brutti o belli, si sono alternati e hanno segnato, nell’agenda della memoria, momenti di diverso colore. Un colore radioso, non velenoso ma gustosissimo, di fronte alle cadute rossonere. In casa napoletana, come quella del novembre ’88, con un tondo 4 a 1 firmato da Maradona, due volte Careca e Francini. O, ancor meglio, in casa milanista, come accadde anni prima, quando a San Siro restituimmo ai diavoli il 5 a 3 che ci aveva segnato la vita. ” Per i tifosi partenopei in ascolto davanti alle radio, la voce di Carosio da Milano sembrò la voce dell’angelo giustiziere : ”Vi parlo dallo stadio di San Siro. Dopo i primi 45 minuti, Milan 0, Napoli 5….”  Da strade, stradine e vicoli di Napoli salì un urlo al cielo… Mimmo Liguoro

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