ilNapolista

Due giorni ad osservarvi
e a ripensare al Pocho

Finalmente s’è scetato! Ha esclamato stamattina mia moglie. No. Non vorrei far preoccupare gli amici. Non è successo niente di grave. Non ho subito nessun intervento chirurgico urgente con relativa anestesia. Semplicemente dopo la sconfitta in coppa Italia non ero più capace di intendere e di volere (ammesso che un tifoso del Napoli lo sia mai stato). Per quasi due giorni il mio io si è rifiutato di attingere a qualsiasi forma di informazione. Niente giornali, niente tv (rigorosamente puntata su film e spettacolo) e, chiedo scusa, niente Napolista. Non ce la facevo. Mi sono immaginato gli articoli di Max, le cronache di Ilaria, i confronti col passato di Liguori, la poesia di Carratelli e le invettive di Brak contro cul’e chiummo. Nelle pause di lavoro ho continuato a lavorare. Ho resistito anche a dare uno sguardo a quello che,da quasi un anno, è diventato un appuntamento irrinunciabile diverse volte al giorno. Non pretendo che qualcuno se ne sia accorto. Ma mancano del tutto i miei commenti, che tante volte ho dovuto frenare per non apparire troppo presenzialista.
Devo dire che ho notato,andando a ritroso cronologicamente nel “nostro” giornale, la mancanza di commenti, almeno all’inizio, di molti amici Napolisti abituali. Dov’è Fràveca.? E il Nordista? Pacifico, poi, è sparito come me. Evidentemente siamo stati colpiti da una specie di virus, i cui effetti sono stati caratterizzati da segni di astenia diffusa e mancanza di volontà perfino di rivedere le immagini della partita per avallare la nostra sensazione di essere stati derubati dalla solita Inter. Il malessere era cominciato appena abbiamo visto il Pocho avviarsi sul dischetto del rigore. Giuro che uno dei miei “amici di divano” si è alzato e ha detto agli altri: vi aspetto in macchina. E l’ha fatto davvero! Era convinto, come tutti, che avrebbe sbagliato. Tutti tranne uno. Che non è Lavezzi. Lui era convinto,giustamente, di poter segnare. Chi avrebbe dovuto, e potuto, evitare quello scempio era Mazzarri. Come si fa a non capire che se Pocho possedesse la giusta dose di freddezza per tirare un rigore al 120’, sarebbe uno dei primi cinque giocatori al mondo? Poteva anche segnarlo quel rigore.
Il fatto è che non avrebbe dovuto tirarlo. Se si fosse andato ad oltranza nella lista da consegnare all’arbitro doveva trovare posto all’undicesimo posto: dopo De Santis e Zuniga. Già Zuniga, che ha tirato e segnato, ma era un altro che non doveva tirare dagli 11 metri. Senza voler tornare sull’argomento dell’effettivo potere di Mazzarri nei confronti dello spogliatoio,certe scelte appaiono del tutto incomprensibili, specialmente se adottate da un tecnico bravo ed esperto come il livornese. Gargano è rimasto in campo fino alla fine per convinzione (magari errata, ma legittima) dell’allenatore, o per timore di provocare di nuovo le ire dell’uruguaiano? Lucarelli, ottimo rigorista, era proprio impensabile farlo entrare nel finale al posto del Pocho? Queste sono scelte che lasciano perplessi. Come quella di non sostituire Blasi già ammonito a Firenze, che l’arbitro stava aspettando al varco per poterlo buttare fuori, e che da allora, guarda caso, non ha più giocato in campionato.
Tiremm innanz! Come dicono dalle parti di quelli che ci hanno preso il posto in semifinale e che continuano a spendere al mercato di gennaio  come bambini impazziti nel reparto dolciumi: Pazzini, Cassano, Von Bommel, Emanuelson (e chi è?), mentre noi, bambinoni ma poco viziati, aspettiamo Ruiz all’aeroporto. Speriamo che ci possa permettere di togliere quel senso sgradevole che ci è rimasto in bocca, e che persisterà certamente fino a domenica prossima.
Scusatemi ancora per la forzata assenza. Amaramente.

PASQUALE DI FENZO.

ilnapolista © riproduzione riservata