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Criticare il tecnico è un diritto inalienabile

Criticare l’allenatore è un diritto inalienabile: gli allenatori passano, i tifosi restano.
In ogni caso, non si critica per distruggere il buon lavoro fatto da Mazzarri, ma per contribuire a eliminare qualche difetto, a migliorare. Se io fossi in lui direi a qualcuno dello staff di leggere sistematicamente gli interventi in questo sito e di farmi poi una sintesi, dando però più spazio alle critiche che agli apprezzamenti. Poi riunirei tutti i collaboratori e chiederei loro cosa ne pensano delle opinioni dei tifosi. Infine mi farei la mia convinzione.
A me pare che siamo rimasti tutti soddisfatti della partita del Napoli ma giustamente non contenti della sconfitta. Poi abbiamo delle opinioni diverse su quello che è successo in campo; cosa normale, ovvia.
Ora, dire che ogni volta che tira Lavezzi ti aspetti che la spari sopra la traversa e che quando ha la palla Gargano tremi dal timore che la consegni agli avversari sono fatti, non fantasie. Per qualcuno non è così? Bene, ma resta il fatto che per molti lo è! Per me lo è! Che dovrei fare per essere un buon tifoso, far finta che non sia così?
Allo stesso modo, ho dubbi su altre scelte dell’allenatore, del quale però riconosco i grandi meriti.
Più di ogni altra cosa, Mazzarri dovrebbe stare molto attento alla politica di protezione ad ogni costo di alcuni giocatori. Il caso più critico è quello di Gargano. Il pubblico è ormai insofferente ai suoi continui errori e rumoreggia un po’. Se Mazzarri tira troppo la corda e continua a farlo giocare a dispetto dei santi e con Yebda in forma, il risultato può essere che arrivino i fischi. E, allora, invece di proteggere il giocatore, il risultato sarà che lo avrà sacrificato a una sua forma di ottusità.
Ma, più in generale, in fondo molti tifosi che cosa chiedono? Solo che giochino i calciatori più in forma, che non ci siano gerarchie troppo rigide, che nessun giocatore sia privilegiato e vada in campo senza meritarlo, che qualcuno riposi quando è stanco (anche per non rischiare che si infortuni), che si offra qualche occasione in più ai giovani, che si utilizzi ciò che di buono si ha in panchina quando serve. Ieri Lucarelli – uno che ha fatto tra serie A e B quasi 200 goal ed è stato capocannoniere della A nel 2004-2005 – sarebbe stato utile per eventualmente tirare un rigore. Anche all’ultimo minuto del secondo tempo supplementare sarebbe stato meglio metterlo in campo per averlo disponibile al momento in cui si sarebbe dovuto fare la lista dei rigoristi. A me questa non sembra una critica ingenerosa e il fatto che Mazzarri sia tornato sui suoi passi e non l’abbia fatto più entrare mi sembra un errore; anzi una delle insensatezze dovute all’insicurezza che di tanto in tanto fa. E se lo ha fatto per non urtare la sensibilità (puerile) di qualche titolarissimo, ha fatto una grande fesseria: a quel punto della partita bisognava solo pensare a come vincerla, senza guardare in faccia a nessuno.
La competizione stimola, così come la cooperazione rafforza e la solidarietà unisce. Le tre cose vanno applicate insieme nella gestione di un gruppo. Mazzarri mi pare troppo solidale con alcuni, al punto da non stimolarli abbastanza. Ho un dubbio: ieri Aronica ha giocato meglio del solito. Sarà perché con l’arrivo di Ruiz sa di non avere più il posto fisso e che deve conquistarselo? Io penso che possa essere, è una cosa possibile.
Allora, criticare la gestione di Mazzarri del gruppo, perché troppo rigida e ingessata, mi pare un contributo al miglioramento del Napoli. Questa critica può poi essere rigettata, ma non credo che si possa farlo sostenendo che è del tutto infondata.
In ogni caso, ben vengano critiche anche dure da parte dei tifosi, perché sono sempre costruttive, dato che derivano dall’amore per la propria squadra e dalla voglia di vincere. E ieri dovevamo vincere. Ci accontentiamo di una sconfitta onorevole e sulla quale si può recriminare per la sfortuna e il comportamento della terna arbitrale. Ma la verità è che quella era una partita che si doveva vincere. E, dato che la si è persa, Mazzarri e il suo staff devono fare un’analisi impietosa, ascoltando anche i tifosi, per poi prendere provvedimenti urgenti sui difetti che si trascinano da troppo tempo, perché almeno in champions bisogna arrivarci a tutti i costi.
di Giovanni Mastronardi

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