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Caro Max, su Mazzarri
non sono d’accordo

Caro Massimiliano Gallo, permettimi qualche modesta riflessione sul tuo editoriale. Cominciando dall’ingiuria a Mazzarri che a tuo avviso a Milano è stato . Ebbene, in tanti anni di buoni ma spesso anche ruvidi rapporti con dirigenti di pallone onesti o ladroni, con allenatori sereni o permalosi (la maggioranza) e con calciatori colti od ignoranti ho imparato che prima d’ogni critica c’è, dev’esserci il rispetto. Anche quello verbale. E allora mi chiedo: se un giornalista sereno e onesto come te, se l’editorialista di una testata tanto civile e divertentemente seria – e conoscendo chi la cura e l’arrichisce non potrebbe essere altrimenti – tira di queste legnate, che cosa debbono sentirsi autorizzati a fare i beceri da stadio? Voglio dire  che dopo tanti encomi può capitare di mettere Mazzarri  sulla graticola. Anzi, bisogna farlo quando ve n’è una ragione vera. Ma spiegando perché e per come. Insomma, fosse toccato a me scrivere quell’editoriale, caro amico mio, avrei detto al povero Mazzarri più o meno questo:
Intanto: .
Detto questo, gli avrei chiesto pure.
“E poi, caro Walter, anche tu non potevi cambiare subito qualcosa, visto che già dopo tre minuti il Napoli era sotto e che era evidente a tutti che il Napoli non era il solito Napoli? Ovvero una squadra dal gioco senza pensieri e veloce, rapida, contropiedista? Sarebbe stata proprio una follia, visto che l’Inter giocava con una sola punta vera e poi con una lunga teoria di centrocampisti – e che centrocampisti -, prima di prendere il terzo gol, tirar via un difensore (Aronica), fare abbassare Maggio e Dossena piazzando in mezzo al campo una linea quattro  (Zuniga o Yebda e poi Gargano, Pazienza e Hamsik) dando cosi a Lavezzi e Cavani la possibilità di stare più dalle parti di Castellazzi e di tenere la difesa di Leonardo più bassa?”
E infine gli avrei detto pure di ricordare e di ricordarlo anche a De Laurentiis, che non basteranno lavoro ed attenzione per difendere quel santo e benedetto terzo posto ma ci vorranno anche campioni. Quelli veri. Ecco, pur conservando intatte stima ed amicizia, così avrei chiesto a Mazzari conto e ragione della brutta sconfitta. Ma senza dargli del ridicolo. Perché se il Napoli è lassù sino ad oggi è anche o soprattutto grazie a lui.

Tutto qui, caro Massimiliano. Non me ne volere e  forza Napoli e forza Napolista.
Ciccio Marolda

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