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Rassegniamoci, ci fanno vincere lo scudetto

Rassegniamoci: quest’anno vinceremo lo scudetto. Oddio, non che lo voglia buttare via, ma accendendo radio, tv e leggendo i giornali, mi sono convinto che a Napoli oltre a munnezza, mandolino e putipù c’è un altro luogo comune: appena la squadra vola, la gente sogna lo scudetto, vive per lo scudetto ed è convinta di vincere lo scudetto. E questo mi fa una rabbia incredibile. Inviati, televisioni, tutti a cercare di capire l’ennesimo miracolo napoletano dopo l’impresa di Marassi. Lì dove c’è munnezza sta spuntando un fiore. Come i tredici miliardi per Maradona, né più né meno. Si possono spendere tredici miliardi quando la città è nel momento peggiore della sua storia? Onore a Ferlaino. Lo ha fatto, ha investito, ci ha guadagnato, abbiamo vinto troppo poco. Ora sta accadendo lo stesso. Tutti a caccia dell’ennesimo luogo comune e quando il napoletano per strada risponde alle interviste pragmaticamente, e con i piedi ben piantati per terra: “no, quest’anno non possiamo vincere ci sono altre squadre più forti, noi dobbiamo lavorare per il futuro”, quasi viene preso in giro, dileggiato perché non sogna, non dimentica il suo vivere e non si lascia trasportare dalla fantasia. Una società può programmare? Lo deve. Può essere a Napoli tutto ciò? Assolutamente no. La programmazione è da Roma in su. Quando, almeno in un comparto, Napoli eccelle non si sottolineano le proprie capacità, ma la voglia di sognare anche se il sogno svanirà all’alba.  A Napoli si vive di illusioni, sogni e munnezza. Tutto ciò che è diverso non è possibile, almeno secondo il circus mediatico che abita nelle grandi trasmissioni centro-settentrionali. Rassegnamoci, dobbiamo vincere lo scudetto. Almeno secondo loro. Per accorgersi poi che quando staremo per farlo, e lo faremo,  spunterà nuovamente la munnezza e ci si chiederà: Ma come fa una città di munnezza a vincere lo scudetto?
Paolo Carafa

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