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Io, bancario e Cavainomane conclamato

Lunedì mattina, ci accingiamo ad iniziare una nuova settimana di lavoro. Come sempre, in attesa che il pubblico cominci a sciamare, l’argomento che “tiene banca”, specialmente dopo una vittoria in trasferta, è il Napoli. Si avvicina Salvatore, che io chiamo il presenzialista-antipresidenzialista, nel senso che lui è sempre e comunque contro De Laurentis. Il suo ritornello è: adda caccia’ e sord! Dopo un po’ viene Alessandro. Lui è un mazzarriano Doc (dint’o cor), stravede per il ns allenatore. Ve lo ricordate il celebre striscione degli anni sessanta: Didì, Vavà e Pelè… con quel che segue circa gli attributi di Cane’? Lui ne ha coniato un altro: Mourinho,Guardiola e Fergussòn site a uallera ‘e Walteròn! Con circospezione cerca di intrufolarsi Taylor, juventino dallo sguardo non proprio vigile,altrimenti detto “du cervi”, dal personaggio di Carlo Verdone con lo sguardo perennemente rivolto verso l’alto. Il nome Taylor gli deriva  invece dal film “Il pianeta delle scimmie”, dove il protagonista Charlton Heston interpreta un uomo chiamato dalle scimmie “Occhi vivi”, per il suo sguardo, appunto, altamente espressivo.
Le sue considerazione cadono inesorabilmente nel vuoto: nessuno se lo fila. Per la serie tira cchiu’ nu pil e f… ca ‘na pareglie ‘e bbuoi, una ragazza molto carina, anche se milanista e, per giunta berlusconiana, è al centro dell’attenzione: come se stesse spiegando la teoria dei quanti in
un’aula affollata di aspiranti ingegneri meccanici alla Normale di Pisa.
Poi ci sono io. Un po’ mi conoscete. ma oggi ho deciso di fare outing. Dopo il settennato maradoniano, in cui ho toccato il fondo, mi ritenevo disintossicato. Poi un periodo di astinenza in cui ero arrivato a sniffare la colla (Aglietti, il condor Agostini, Corbelli, Mondonico), avevo provato una cura a base di un prodotto locale. Il Naldi, il cui foglietto illustrativo era del tutto incomprensibile. Ma si era rivelato molto efficace. E’ costato molto. A lui.
Un paio di alberghi. Ma quando lo sentivo parlare (Aurelio in confronto è un nano), avevo un calo della libido calcistica.
Ero guarito :riuscivo a passeggiare vicino al San Paolo senza che i peli delle braccia si drizzassero come setole di maiale. Andavo a Castelvolturno senza pretendere di battezzare nessuno nel fiume. Una volta incrociai Pesaola al molo Beverello e non lo scambia neanche per Mosè che si accingeva ad attraversare il Mar Rosso!
Dopo aver girovagato per centri di recupero periferici come Cittadella e Lumezzane, ebbi un sussulto nella comunità di recupero di Frosinone, dove un improbabile ed occasionale spacciatore di gol, tale Trotta Ivano dalle contrade romane, riuscì a tirare fuori dalla mia ugola assopita un urlo, poi immortalato da Munch in un celebre quadro in seguito  trafugato.
Il resto è storia nota. Un trafficante avellinese importò dall’Argentina una sostanza stupefacente, il Pocho, che piano piano si è impadronita delle mie capacità psico-fisiche. Diventai Lavezzi-dipendente, anche se ne facevo un modico uso personale per non incorrere nei rigori della legge (di mia moglie). Per un po’ ho provato una sostanza sintetica spacciata dal cartello di Castellammare di Stabia, il quagliak. Poi subito pezzottato verso Torino: dava allucinazioni in bianco e nero.
Oggi temo di essere ricaduto nelle droghe pesanti: sono Cavainome conclamato. La polverina azzurra triturata che inalo (non siate maliziosi: non è viagra) non è più sufficiente come dose settimanale. Ho bisogno almeno di due sniffate ogni sette giorni: perciò, uagliu’, battetemi lo Steaua. Poi per fortuna a gennaio comincia la coppa Italia.
P:s. Se cado in coma da overdose non mi svegliate. Ma (e qui sono serio) non staccate neanche la spina!
Pasquale Di Fenzo

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