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Battere le piccole
è segno di cinismo

Scendendo i gradini del San Paolo, a fine gara, mentre riecheggiava l’ohi vita, ohi vita mia, tra urla di gioia e sorrisi sgargianti, mi sono lasciato prendere, come capita sempre, dagli umori e le opinioni a caldo dei tifosi. E’ difficile avere equilibrio dopo una serata così.Un roboante 4 a 1 e il consolidato terzo posto in classifica ha permesso un po’ a tutti di sognare e di intraprendere voli favolosi, fino a parlare addirittura di scudetto o di una semplice qualificazione all’Europa, quella con la E maiuscola. Questo alone di allegria e positività che si propaga nell’aria lo adoro, mi alleggerisce, perché, a prescindere dai giudizi contrastanti che si possono avere su questo o quell’altro giocatore, ci unisce, proprio come nel caso di quell’applauso rivolto allo striscione sacrosanto che ha esposto la curva A sulla situazione tragica che la nostra città sta vivendo in questo periodo.
E’ anche vero che qualcuno proprio non ce l’ha fatta e ferreo sulle proprie posizioni ha addotto questo rotondo risultato esclusivamente all’inconsistenza di un Bologna allo sbando e senza grinta a causa delle vicende societarie. Sì, sicuramente, l’approccio dei felsinei è stato assai molle e per alcuni tratti della partita s’è avuta la sensazione che di fronte agli azzurri ci fossero 11 steward immobili nella loro pettorina gialla, ma, come più volte ripetuto in settimana, sono proprio queste le partite che il Napoli ha toppato in passato, non solo l’anno scorso. Le famose “piccole” a Fuorigrotta ci hanno spesso fatto masticare amaro. Dopo un buon Parma, abbiamo liquidato un mediocre Bologna e lo abbiamo fatto anche senza disputare una partita che sarà ricordata negli annali, ma con cinismo e concretezza. Caratteristiche che fino a pochissimo tempo fa ci mancavano. Caratteristiche indispensabili per una squadra che vuole raggiungere grandi obiettivi. Hamsik, nonostante la super doppietta, Maggio, nonostante il gol, hanno dato segni di ripresa, ma di sicuro, non stanno attraversando il loro momento migliore. Così come Dossena o Santacroce che si stanno rilanciando bene, ma che ancora devono dare il loro meglio. Eppure abbiamo vinto 4 a 1, eppure la sconfitta di Roma è un lontano ricordo, eppure siamo sempre più terzi.
Quando il Pocho, anche ieri travestito da marziano, o Cavani, al nono centro in campionato, tireranno inevitabilmente un po’ il fiato, ci saranno gli altri che gireranno più forte e li sosterranno più di quanto facciano oggi. Questa è la squadra che mi piace. Questa è la squadra che voglio. Perché l’unione è la vera forza dei nostri ragazzi. Perché questo è l’unico modo per sopperire ai limiti e alle lacune che comunque ci sono.
Per cui, esaltiamoci, sogniamo oggi, ma non disperiamoci domani. Questo “gruppo” va sostenuto non solo quando ci fa volare come ieri stasera, ma sino alla fine…se non altro, per aver un po’ ripulito un’immagine insozzata da responsabilità altrui.
Uniamoci e andiamo a Udine.
Forza Napoli Sempre
Gianluigi Trapani

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