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Che pazzia la domenica
senza il nostro Napoli

<em>Ore 17.27. E anche questa giornata sta volgendo al termine. Com’è difficile la domenica senza calcio. Stamattina mi sono svegliato con il cane che chiedeva di uscire: ore 9.00. Generalmente la povera bestiola è abituata a ottemperare alle sue esigenze verso le 8.30 tra i ritardatari che vanno a scuola, il solito traffico che sale d’intensità e le fantesche (?!?) che sbattono i panni e danno aria alle camere da letto.
La domenica pallonara non è diversa perché il rituale pre partita, oggi irrimediabilmente assente, comincia alla stessa ora. Passeggiata con il cane, acquisto dei giornali, sgambata al parco sotto casa, e poi una lettura ed accensione della televisione che in sottofondo rende note le ultimissime sulla partita delle 12.30.
Oggi no, è tutto sballato, come questa domenica senza pallone in cui il metadone sono i gol del Livorno, del Modena o la quaterna di Gonzalez.
Arriva anche la telefonata di mammà: “Oggi vieni a pranzo, no?”. Non è ancora tempo di ragù, ma un pezzettino di carne tirato, non proprio al limite, dà quell’impressione.  Una zeppola al forno contribuisce a dare il senso ad una domenica che domenica non è.
Perché diciamocela tutta senza Napoli non si santificano le feste ed io ho sempre l’impressione che Mosé sul monte Sinai se ne andò prima di ricevere l’undicesimo comandamento che riguardava proprio il pallone e la serie A. Ma questa domenica, fortunatamente, sta finendo. C’è giusto il tempo per un cinemino. Si può fare a gomitate per “Giù al nord”, pardon, “Benvenuti al sud”, o scegliere il più tranquillo “La solitudine dei numeri primi” tratto dal romanzo di Paolo Giordano. Tanto non c’è posticipo e per una volta si può cercare di fare vita sociale. Ok vada per il cinemino: telefonata all’amico di sempre: appuntamento alle 21 al solito posto. Ma già lo so sarà un mortorio perché l’amico di sempre è il compagno di posto al San Paolo. Posto numero 432 per lui, 433 per me. Sull’abbonamento. Perché in realtà credo di non sapere nemmeno dove sia.
</em><strong>Stefano Romano</strong>

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