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Lo strano ottimismo di Walter Mazzarri

Nessuno pretende di conoscere il Napoli meglio di Walter Mazzarri, perciò le sue certezze possono stupire ma non scandalizzare. Sostiene, il tecnico azzurro, che la squadra è forte così com’è; equipara a nuovi acquisti Blasi, Dossena e Santacroce; apre magnanimamente uno spiraglio a due-tre innesti, purché condizionati allo sfoltimento della rosa; difende le esigenze del bilancio; combatte la frenesia ed esige pazienza. E’ opportuno scremare il pacchetto dei buoni propositi, appelli e garanzie: nessuno fa pressioni e nessuno invoca follie, la gente di Napoli chiede solo di poter sognare ancora, vorrebbe completare il percorso di rinascita avviato dopo l’onta della C, legittimare nuove ambizioni con campioni degni della sua storia. Nessuno vuole nomi altisonanti a prescindere, falò di vanità e di milioni, però nessuno può accettare tanta inerzia senza temere ripercussioni sul futuro. E’ lo specchio di un pubblico maturo, qualità che Mazzarri stesso riconosce: mai capriccioso, tuttavia esigente.
Il Napoli, ricordiamolo, ha chiuso l’ultimo campionato al sesto posto. E tra le squadre finite alle sue spalle figurano la Juventus, finora attivissima, ma anche Genoa e Fiorentina che non restano a guardare. Ora Mazzarri – rinsaldando l’asse con il presidente De Laurentiis, lesto a ribattere alla perplessità popolare con una personale richiesta di fiducia – assicura che il Napoli può ripetersi, e lascia intendere che può persino andare oltre ripensando alle partite non “vinte”, ma dominate.
Dinanzi alle sue certezze, ci sorprendiamo, ma non scandalizziamo. Lo faremo se il Napoli non saprà più sognare e se il suo tecnico – in passato è accaduto – si abbandonerà a paragoni e rimpianti per giustificare ritardi e fatiche. Intanto ci teniamo i nostri dubbi, altri aggiungendone sulla spinta di insistenti indiscrezioni: perché se davvero l’immobilismo  sul mercato fosse spezzato dall’ingaggio di Cristiano Lucarelli, anni 35 a ottobre, verrebbe da pensare che la rinuncia a Luca Toni (33) non era questione d’età, ma di risparmio…
Antonio Barillà
(dal Corriere dello Sport)

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