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Mertens è anche regista offensivo: una risorsa infinita per il Napoli

In una partita che non permetteva al Napoli di andare in profondità, Mertens ha interpretato il ruolo in maniera dinamica, ha adattato la sua qualità alle necessità della squadra.

Mertens è anche regista offensivo: una risorsa infinita per il Napoli
Foto Ssc Napoli

Un discorso sul Falso Nueve

Nell’analisi tattica di questa mattina, Alfonso Fasano ha spiegato per punti il gol di Allan. E si è concentrato sulla posizione e sulla giocata di Dries Mertens, da ormai un anno e mezzo centravanti titolare del Napoli. Che ieri, in occasione dell’azione decisiva di Napoli-Spal, ha lavorato facente funzioni di Falso Nueve.

Leggiamo: «In questa situazione, Mertens si comporta esattamente come un Falso Nueve. Avevamo già parlato del gioco composito del centravanti belga, in un pezzo di qualche tempo fa scrivevamo che “Messi, il massimo esponente della categoria, contribuisce a muovere continuamente i centrali difensivi avversari, facendosi servire in profondità ma anche in zone di campo più arretrate. La sua estrema qualità nel servire i compagni permette agli altri calciatori di inserirsi negli spazi creati da questi suoi spostamenti”. Schierare Mertens come prima punta porta tanti benefici al Napoli, non solo in zona gol. Il suo calcio è in grado di modificarsi in base alle esigenze, contro la Spal vista ieri al San Paolo serviva più un regista offensivo che uno stoccatore sempre orientato verso la porta. Mertens è stato perfettamente in grado di interpretare questo ruolo».

Sotto, rivediamo il gol per capire meglio di cosa parliamo:

Lettura e qualità

Le parole chiave del gioco di Dries Mertens sono Lettura Qualità. Il primo concetto individua la capacità di comprendere il gioco, e quindi di scegliere la soluzione più efficace da attuare. Il secondo termine è strettamente collegato, è lo step successivo: dopo aver letto la situazione di gioco e individuato l’interpretazione migliore per alimentare la sua pericolosità, subentra la cifra tecnica, ovvero il rapporto tra le giocate possibili, quelle tentate e quelle riuscite, il portfolio da cui poter pescare.

Mertens è un attaccante completo, ieri ne abbiamo avuto piena e perfetta dimostrazione. In una partita che, per caratteristiche dell’avversario, non permetteva di attaccare la profondità, Dries ha giocato da rifinitore, o meglio da regista offensivo. Ha occupato una posizione di riferimento per i compagni, in modo che il pallone e quindi la manovra passassero attraverso i suoi piedi e la sua qualità. Lo percepisci nella hetamap della sua partita, appena sotto. Lo leggi nei dati: 4 conclusioni verso la porta (una su calcio di punizione diretto) e altrettante occasioni create tramite passaggi chiave.

Il Napoli attacca da sinistra verso destra

Nella heatmap sopra si legge anche della tendenza, ormai consolidata e consueta, di allargarsi sulla fascia sinistra. Molto spesso, soprattutto quando Insigne tende a entrare nel campo dalla fascia portando palla col destro, Mertens si trasforma in esterno di supporto. Occupa la posizione lasciata libera dal compagno, torna indietro nel tempo e si trasforma in laterale offensivo. È un movimento tipico dell’attaccante associativo, che si sposta in campo seguendo le direttrici del gioco e della propria squadra. Nel pezzo che abbiamo linkato sopra, si legge come questa definizione sia probabilmente la più calzante per descrivere il gioco del numero 14 del Napoli.

Tante possibilità

Non abbiamo la controprova, e abbiamo ancora negli occhi una stagione da 36 gol firmata da Gonzalo Higuain. Eppure, la sensazione è che la trasformazione di Mertens in centravanti abbia contribuito a rendere ancora più imprevedibile, perché offensivamente vario, il sistema di gioco del Napoli di Sarri. Con il belga in grado di interpretare il ruolo di prima punta secondo opportunità diverse (solo in questo pezzo abbiamo parlato di Falso Nueve, regista offensivo e attaccante associativo), ma anche con una grande media realizzativa (siamo a 15 gol in campionato e 19 in tutte le competizioni), il Napoli è diventato una squadra più difficile da leggere e da affrontare. Magari Higuain è ancora e comunque migliore di Mertens per puro valore assoluto, ma gli equilibri di un Napoli costruito sulle e per le caratteristiche di Mertens risultano essere decisamente più stabili.

È una questione di sensazioni, ma anche di numeri. Alla 25esima giornata della stagione 2015/2016, con Higuain in stato di grazia assoluta, il Napoli aveva segnato 53 gol, con 20 reti al passivo. Oggi, invece, viaggia su un rapporto di 55 a 15. Ed è primo in classifica, ed è reduce da nove vittorie consecutive nella stessa stagione. Il record assoluto nella storia del club. Forse non è un caso.

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