E se Ferguson fosse un signor centravanti? Non si segna così per caso

Ha 21 anni, viene da un brutto infortunio ed è ai primi mesi in Serie A. Spesso a un calciatore va solo dato tempo di ambientarsi. Ricordate il primo Crespo a Parma?

Ferguson

As Roma 31/07/2025 - amichevole / Roma-Cannes / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Evan Ferguson

Che non stia esattamente rendendo al meglio delle sue potenzialità è un fatto, ma che non vada bollato come bidone dopo 15 presenze complessive tra Serie A ed Europa League è una certezza. L’attaccante irlandese, arrivato a Roma in prestito con diritto di riscatto fissato a 35 milioni, ha già fatto storcere parecchi nasi. D’altronde la narrazione italica prevede che un 21enne alla prima stagione in un campionato differente abbia a questo punto dell’anno già segnato 20 gol e servito 10 assist. Tempi di adattamento? Non consentiti.

Ferguson, e se avesse solo bisogno di tempo?

Parliamoci chiaro: un attaccante limitato tecnicamente e lento di pensiero un gol come il secondo messo a segno nel match contro il Celtic (terminato poi 3 a 0 per la Roma) semplicemente non lo fa. E non lo fa perché, prima di fare un gol così, lo devi immaginare, bruciando di fatto il possibile anticipo del difensore avversario. Rapidità di pensiero, prima che di gambe. E dunque, controllo orientato col destro a rubare il tempo al difensore del Celtic e tiro secco a incrociare sul secondo palo. Imparabile. Not bad, direbbero dalle sue parti. Un gol che, per esecuzione, pulizia tecnica e potenza, ha ricordato un po’ quelli che faceva Higuain. Ovviamente, meglio specificare: non li stiamo nemmeno lontanamente paragonando.

 

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Un po’ di storia

Classe 2004 (quindi appena 21 anni), Evan Ferguson è stato considerato un vero prodigio. Nella stagione estiva del 2021 viene acquistato dal Brighton con cui debutta il 24 agosto nella Carabao Cup contro il Cardiff City. Il primo incontro in Fa Cup arriva l’8 gennaio 2022, quando scende in campo contro il West Bromwich per il terzo turno della competizione. Successivamente, il 19 febbraio dello stesso anno, disputa il suo primo match in Premier League, perso 0‑3 contro il Burnley.

Il 24 agosto 2022 realizza la sua prima rete con il Brighton in Carabao Cup, contribuendo alla vittoria per 3‑0 contro il Forest Green. Qualche settimana dopo, il 19 ottobre, viene promosso stabilmente in prima squadra e firma un contratto quadriennale. Il 31 dicembre 2022 segna la sua prima rete da professionista in Premier League, nella partita persa 4‑2 contro l’Arsenal, diventando così il più giovane marcatore irlandese nella storia della massima serie inglese.

Chiude la stagione 2022/23 con 10 gol e 2 assist in Premier League, attirando l’attenzione degli addetti ai lavori e conquistando premi come miglior giovane. In totale, con il Brighton accumula circa 80 presenze e 17 gol prima di affrontare un serio infortunio nella stagione 2023/24.

Durante quell’anno, Ferguson subisce un problema grave alla caviglia che richiede un intervento chirurgico e una lunga riabilitazione: resta  fuori dai campi per circa sei mesi. L’infortunio ai legamenti dell’articolazione della caviglia costringe l’attaccante a saltare gran parte della stagione, interrompendo la sua ascesa dopo gli exploit iniziali in Premier League.

Capite? Un 21enne reduce da un infortunio del genere è già considerato da buttare. E allora, vi proponiamo un esempio storico.

Il caso Crespo non ha insegnato nulla

Oggi, come ricordiamo Crespo? Ovviamente come uno dei più grandi bomber della sua generazione. Ah, la memoria selettiva… Ebbene, molti forse non ricorderanno che, arrivato al Parma nel 1996 con aspettative enormi, segnò un gol contro l’Inter a ottobre per poi sparire totalmente.

I tifosi ducali? Furiosi, tanto da fischiarlo sonoramente in più di un occasione. Ora, pensate: se non ci fosse stato un giovanissimo Ancelotti (che pronunciò il famoso «più lo fischiano, più lo faccio giocare») a credere in lui, come sarebbe andata a finire? Staremmo parlando dello stesso Crespo? Probabilmente sì, ma ciò non toglie che, parafrasando i Guns N’ Roses, tutto quello che servì fu un po’ di pazienza. Per la cronaca, chiuse la stagione 96-97 a 12 gol e, da lì in poi, non si fermò più.

Morale della favola? Ferguson non è per nulla un bidone: sta solo attraversando un fisiologico periodo di adattamento. Insultarlo, bollarlo, schernirlo non servirà proprio a niente.

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