L’Alta Corte dà ragione a Felipe Massa, ora si terrà il processo. Ma quel Mondiale non glielo ridarà nessuno
L'Alta Corte ha stabilito che l'ex pilota Ferrari ha “una reale prospettiva di successo”. Fu un cospirazione nei suoi confronti (vinse Hamilton). Potrà essere risarcito ma non riavere quel Mondiale

Mercedes AMG Petronas F1 Team's British driver Lewis Hamilton and Williams Martini Racings Brazilian driver Felipe Massa are seen during a press conference at the Formula One Brazilian Grand Prix, in Sao Paulo, Brazil on November 10, 2016. (Photo by Miguel SCHINCARIOL / AFP)
Felipe Massa ha ottenuto il via libera al processo nella sua causa da 64 milioni di sterline sullo scandalo “Crashgate”, sostenendo che l’incidente deliberato di Piquet Jr nel 2008 gli abbia negato il titolo mondiale. L’Alta Corte ha riconosciuto una “reale prospettiva di successo” nell’accusa di insabbiamento, pur escludendo che il risultato del campionato possa essere riscritto. Massa parla di “vittoria enorme” e promette di portare alla luce ogni prova. La Fia, Ecclestone e F1 respingono le accuse e sostengono che furono gli errori Ferrari a comprometterne la gara.
Lo scandalo “Crashgate” nasce da uno degli episodi più controversi della Formula 1 moderna. Durante il Gp di Singapore 2008, Nelson Piquet Jr andò volontariamente a sbattere contro il muro. Non fu un errore, ma una manovra studiata a tavolino dai vertici della Renault per favorire il compagno di squadra Fernando Alonso. L’incidente fece entrare la safety car e cambiò completamente la gara, penalizzando pesantemente Felipe Massa allora in piena lotta per il Mondiale con Lewis Hamilton. La verità emerse solo un anno dopo, quando Piquet Jr rivelò tutto. Secondo Massa quel ritardo fu decisivo. Se la F1 avesse indagato subito, la gara sarebbe stata invalidata o rivista, e il titolo 2008 – perso per un solo punto – avrebbe potuto avere un esito diverso. Da qui nasce la sua battaglia legale di oggi. Ne scrive il Times
Massa può vincere in aula sullo scandalo Crashgate
L’Alta Corte ha stabilito che Felipe Massa, 44 anni, ha “una reale prospettiva di successo” nel provare che nel 2008 vi fu una cospirazione per insabbiare lo scandalo, invece di indagarlo immediatamente. Tuttavia, anche in caso di vittoria, ciò non significherà che il titolo di Hamilton sarà messo in discussione. Massa ha definito la decisione del tribunale “una vittoria enorme”. Bernie Ecclestone, 95 anni, fu al comando della F1 per quattro decenni prima di essere estromesso nel 2017. Aveva detto in un’intervista nel 2023 che i dirigenti dello sport fossero a conoscenza dell’insabbiamento già prima della conclusione del campionato 2008. Gli avvocati di Ecclestone, della Formula One Management e della Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA) avevano sostenuto che la causa di Massa dovesse essere respinta, ma il giudice Jay ha stabilito che il processo dovrà procedere, seppur su basi ridotte.
“Se avesse successo, il signor Massa potrebbe in linea di principio ottenere un risarcimento per le opportunità di carriera perse, ma il tribunale non può essere chiamato a riscrivere l’esito del campionato del mondo piloti 2008”, si legge in una nota del tribunale. Massa “ha una reale prospettiva di dimostrare in giudizio tutti gli elementi della sua cospirazione mediante mezzi illeciti”. Il giudice ha affermato che anche qualora Massa ottenesse un risarcimento, non potrebbe dichiararsi il legittimo vincitore del campionato piloti. “La Fia, come organismo sportivo internazionale al di fuori della portata di questo tribunale, potrebbe e semplicemente ignorerebbe una simile dichiarazione”, ha detto il giudice. “Ciò ne sottolinea la scarsa utilità pratica”.
La gioia di Felipe Massa: “una vittoria enorme”
“Questa è una vittoria enorme, una grande giornata per me, per la giustizia e per tutti quelli che amano la Formula 1. La verità prevarrà al processo. Non lasceremo nulla di intentato. Ogni documento, ogni comunicazione, ogni prova della cospirazione tra i convenuti verrà portata alla luce.” Ha aggiunto di sentirsi “più determinato e fiducioso che mai”.











