Tardelli tesse l’elogio di Gattuso: “È riuscito a ribaltare la situazione dell’Italia”

Su La Stampa: "Ha avuto il coraggio di mandare in campo giovani che hanno ripagato la sua fiducia, riportato in nazionale giocatori che si erano persi per strada"

Gattuso Nazionale Italia Sinner

Dc Roma 19/06/2025 - presentazione Commissario Tecnico Nazionale di Calcio / foto Domenico Cippitelli/Image Sport nella foto: Rino Gattuso

“Rino Gattuso è riuscito a conquistare con la nostra amata Nazionale la quinta vittoria consecutiva un traguardo che pochi allenatori hanno raggiunto. È riuscito ad eguagliare il record che apparteneva ad Edmondo Fabbri ed Azeglio Vicini. Se Domenica dovesse arrivare la sesta, vincendo con la Norvegia di Haaland dovremmo tutti parlare di un piccolo miracolo”. Esordisce così Marco Tardelli nel suo commento sulla Nazionale sulla Stampa, per poi affondare un elogio del ct

Il ct è arrivato in un momento molto difficile per la nostra nazionale che non solo soffriva sul campo, ma era in preda alla confusione anche nelle stanze del comando. Gattuso ha subito capito cosa serviva ed è riuscito a ribaltare la situazione con le armi che lui conosce meglio: il lavoro, il coraggio, la determinazione, il merito e soprattutto l’amore che ha per la maglia azzurra.  Ha avuto il coraggio di mandare in campo giovani che hanno ripagato la sua fiducia, riportato in nazionale giocatori che si erano persi per strada come Cristante e se qualcuno rifiuta la convocazione non ne fa un dramma, significa che non era da maglia azzurra”. Il riferimento qui sembra essere alla questione tra Spalletti e Acerbi

Forse Gattuso ha ragione: contestare l’Italia è inutile. Oggi fallire la qualificazione ai Mondiali non sarebbe più uno scandalo, scrive Goal:

“La partita, tra l’altro vinta, contro la Moldavia ha lasciato per l’ennesima volta l’amaro in bocca nel vedere in campo la nostra nazionale, così lontana da quella a cui eravamo abituati. Ma il punto cruciale adesso è proprio questo: rimanere ancorati fermamente a quello che eravamo non porta alcun beneficio, anzi. Non fa altro che sottolineare come le cose siano cambiate e come forse dovremmo farci l’abitudine.

‘Siamo l’Italia’… appunto. Ma che significa questo? Oggi chi è l’Italia e cosa rappresenta come nazionale nel mondo del calcio? Dove viene collocata? Se pensiamo che basti il nome, la storia, il palmares, allora non abbiamo capito proprio nulla.

Ci convinciamo di ‘essere l’Italia’, come se bastasse quello. Ma nel calcio esistono i cicli, le generazioni. E oggi essere l’Italia significa non qualificarsi per due edizioni di fila ai Mondiali e rischiare di non farlo per la terza”.

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