La Serie A è uno spettacolo per stomaci forti: se gli utenti del pezzotto fanno causa alla Lega, la vincono

Il sabato di orrendi è stato salvato da Allegri proprio quello del calcio anti-estetico. Altro che cause e risarcimenti, il pezzotto ce l'ha un customer care?

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Milano 15/12/2021 - red carpet film 'Diabolik' / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Luigi De Siervo

“Il più grande spettacolo dopo il weekend” Jovanotti l’ha scritta perché non ne poteva più della Serie A: sabato e domenica passati a sonnecchiare sul divano nella perenne attesa che un guizzo ci rianimi. Molto meglio un qualunque grigio lunedì mattina di pioggia, in ufficio, con lo sciopero dei mezzi, la chat dell’asilo in fiamme, il collega predatore sessuale che ti racconta di quanto ha scopato – a pagamento – mentre tu ti ostinavi a guardare Lecce-Verona attaccato al fantacalcio più deprimente degli ultimi 30 anni. Nonostante l’ultima domenica abbia smentito un po’ il trend, di questo si tratta: ormai ci stiamo abituando ad una aridità estetica che diventa giornata dopo giornata il brand reale – quello percepito – della Serie A. Alla settima giornata era stato battuto il record della mestizia, solo per restare attaccati ai dati.

Prendi sabato pomeriggio: nove squadre in campo, zero gol. La sera prima, come aperitivo, un tentacolare Pisa-Cremonese 1-0 (per la verità partita tutto sommato gradevole). È dovuto intervenire Allegri – sì, proprio quello narrato come apologeta del risultatismo asfittico – per rivitalizzare i poveri abbonati di Dazn (e Sky) con Parma-Milan 2-2. Appena tre giorni prima il Presidente della Lega Ezio Simonelli aveva annunciato l’intenzione di chiedere i danni ai “pirati” del Pezzotto, sulla linea (molto borderline sul punto legale) già tracciata da Dazn. Visto lo spettacolo offerto, è più probabile che agli utenti del Pezzotto il giudice riconosca un risarcimento, a occhio. Com’era il claim? “La pirateria uccide il calcio”? Il calcio in Italia si sta suicidando.

Badate bene: non stiamo qui a contare gli 0-0, non siamo così basici. Perché lo 0-0 ha una sua nobiltà intrinseca, nella sua neutralità può valere come unità di misura del combattimento alla pari. L’indice della strenua resistenza – questa sì, oltremodo eccitante – dell’aggredito, persino della tenacia, della sopportazione. La misura della contromisura. Ma questi sono 0-0 inconsapevoli, o meglio: consapevolmente orribili. Frutto d’una siccità ormai sistemica, dolosa, di infertilità tattica, di mancanza di propositi e povertà d’idee. Allenatori bloccati dalla paura d’essere esonerati, come cervi abbagliati dai fari delle auto. Il conservatorismo al potere, ma nella sua versione più pigra.

Tacciamo, per solidarietà, la tenerezza che ci fanno telecronisti e seconde voci chiamati a simulare un’eccitazione davvero improbabile ad ogni passaggio orizzontale riuscito. E’ un lavoro sporchissimo che qualcuno dovrà pur continuare a fare. Ma somiglia sempre più ad una vendita porta a porta, la Serie A magnificata come l’ultimo upgrade del Folletto.

Mentre all’estero hanno riscoperto – ohibò – l’estetica del gioco verticale, la Serie A è rimasta impantanata in un Guardiolismo deteriore, di risulta. Un campionato in cui i portieri toccano 300 palloni a partita senza parare mai.

In un tempo come il nostro in cui la “bellezza” resta un concetto da oggettivare, un metro della propria soddisfazione, in cui giudichiamo una partita di calcio come fossimo a 4 Ristoranti (“location 2: lo stadio è un cesso), non è solo una questione di numeri. Ma di scintille sì, di inneschi: una partita può trasmettere anche solo la cattiveria, l’ossessione, le fatiche di chi è lì a contendersela. Altrimenti resta un balletto sterile, sempre più noioso. Un cantiere deserto, con noi umarell a fissare la scavatrice spenta. Il Pezzotto ce l’ha un customer care?

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