Israele, il presidente della Federcalcio: «Giocare in costante pericolo ci rende più coraggiosi e legati al nostro Paese»

Moshe Zuares al CorSera: «Prepariamo le partite lontano da casa, mentre arrivano le notizie di allarmi o di attacchi in corso in Israele. L'anno scorso ottima atmosfera a Udine».

Norvegia-Israele

Db Debrecen (Ungheria) 08/09/2025 - qualificazioni Mondiali 2026 / Italia-Estonia / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: tifosi Israele

Il presidente della Federcalcio israeliana Moshe Zuares ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera alla vigilia del match tra Italia e Israele a Udine.

L’intervista a Zuares, presidente della Federcalcio d’Israele

Il 5-4 dell’andata ha avuto un finale nervoso: i vostri giocatori si sono lamentati…

«È stata una partita pazza, ma corretta: solo le emozioni forti del finale hanno scaldato gli animi e tutto si è esaurito in campo».

Molti Paesi hanno chiesto l’esclusione di Israele dalle competizioni sportive per quello che ha fatto a Gaza. Qual è la vostra posizione?

«C’è grande ipocrisia in chi chiede la nostra sospensione e dimentica chi è stato attaccato il 7 ottobre, chi è stato tenuto in ostaggio per due anni e chi finora aveva rifiutato ogni proposta di fermare la guerra. Nessuno poi ha provato a spiegare come la sospensione di Israele avrebbe potuto dare un contributo positivo per risolvere la situazione. In ogni caso, visto i recenti sviluppi, questa minaccia teorica non esiste più».

La tensione attorno alla squadra come la gestite?

«Cerchiamo di separare il calcio dalla realtà che ci circonda ma non sempre ci riusciamo, perché di fatto è impossibile: a volte questo ci fa sentire più forti, altre volte più deboli. Immagini di preparare una partita lontano da casa, mentre arrivano le notizie di allarmi o di attacchi in corso in Israele. La complessità della realtà in cui ci muoviamo è difficile da spiegare a chi non l’ha mai provata».

L’atmosfera a Udine potrebbe essere pesante…

«L’anno scorso è stata ottima. Una minoranza di spettatori ha fischiato il nostro inno, ma è stata sovrastata dagli applausi della maggioranza: è stata un’esperienza emozionante. Se ci sarà ancora una minoranza che ci darà contro, saremo in grado di andare avanti lo stesso».

La Figc ha appena annunciato il supporto al progetto Uefa per i bambini di Gaza:

«Finché i fondi sono destinati a cause giuste e non a organizzazioni terroristiche non vedo qual è il problema».

Il vostro ct è stato aggredito a una partita in Grecia perché ebreo. Avete mai vissuto momenti di paura?

«Il peggio è accaduto il 7 ottobre ed è qualcosa che gli altri fanno fatica a capire. È stato qualcosa che non avremmo mai pensato potesse succederci ed è un trauma che ci accompagnerà per decenni. Però questo non ci ha resi più paurosi o preoccupati come popolo, ma ancora più coraggiosi e legati al nostro Paese».

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