Mkhitaryan: «Mourinho cerca sempre di metterti in difficoltà per testare la forza mentale dei calciatori»

Al Festival dello Sport: «Così vuole capire se puoi giocare in Champions o no. È il suo modo per fidarsi di te. A Roma lo trovai diverso, ma abbiamo comunque vinto un trofeo da tanto atteso»

Mkhitaryan

Mp Verona 23/11/2024 - campionato di calcio serie A / Hellas Verona-Inter / foto Matteo Papini/Image Sport nella foto: Henrikh Mkhitaryan

In un lungo intervento al Festival dello Sport, Henrik Mkhitaryan, centrocampista dell’Inter ed ex Roma e Dortmund, si è aperto completamente. Ha parlato di cosa significhi essere allenato da Mourinho, da Lucescu e altresì della sua vita personale. Di seguito un estratto significativo.

Mkhitaryan: «Mourinho ti entra in testa con dei giochi psicologici»

Hai cominciato con Lucescu, ora ti allena un suo connazionale, Chivu. Cosa ricordi di Lucescu?
«Sono grato a Lucescu, mi ha voluto lui allo Shakhtar, dove ho fatto 3 anni bellissimi. In quel periodo vivevo nel centro sportivo, avevo il sogno di diventare un grande giocatore. Lui mi diceva di andarmi a divertire ogni tanto. Grazie a lui poi sono andato al Dortmund. Mi ha fatto i complimenti, anche per il libro che ho scritto»

C’è qualcosa di Lucescu in Chivu?
«Non direi che ci sia molta somiglianza, perché il calcio è cambiato. Ora è un altro sport. La cosa più importante è che mi sono sentito bene con Lucescu e mi sento benissimo anche con Chivu»

Al Dortmund hai avuto Klopp.
«Ogni volta in cui volevi parlare con lui era disponibile, indipendentemente che fosse per parlare di calcio o di problemi di vita. Gli sarò sempre grato, perché ho avuto difficoltà al Dortmund»

Ti deve 50 euro?
«Fu una scommessa in allenamento. Mi disse: ‘Scommettiamo che non farai più di 7 gol in questo esercizio?’. Primo tiro: fuori. Secondo: palo. Poi inizia ad entrare. Mi ferma dopo poco dicendomi che il tempo era terminato e gli pago 50 euro. Nella sfida successiva contro l’Eintracht faccio 2 gol, quelli che mancavano nell’esercizio (ride, n.d.r.). Dopo la partita mi ha abbracciato e gli ha detto: ‘Mi ridai i 50 euro?’. Non capivo bene le scommesse, infatti poi non ne abbiamo fatte altre»

Arriva una chiamata da Manchester.
«Mi chiama Mourinho, mi dice che mi vuole a Manchester perché secondo lui avevo fatto una stagione pazzesca. Una opportunità che magari ti capita una volta nella carriera»

Il rapporto con Mourinho è stato un po’ conflittuale. Perché non vi siete presi?
«Nonostante le difficoltà, il mio rapporto con lui non è stato dei più facili. Ma mi ha fatto crescere come uomo. Voleva mettermi in difficoltà e vedere se riuscivo ad uscirne. Io non ho mai mollato nella vita. Non dico che abbiamo avuto un brutto rapporto come persone»

Che giochi psicologici faceva?
«Voleva vedere se fossi mentalmente forti, se potevi giocare nelle partite che contano in Champions ed in campionato. Il modo suo di allenare e di capire le persone è questo, per capire se può fidarsi di te»

Dopo la finale vinta in Europa League Mourinho non ti diede la mano.
«Non mi diede la mano, forse si è scordato o forse voleva vedere come mi sarei comportato. Sul momento non ci ho badato. Ma ovviamente ha lasciato il segno su di me. Poi ho imparato a capire che una persona non serve che ti abbracci per dirti bravo»

Mkhitaryan sull’esperienza a Roma

«Tutto è iniziato a metà agosto nel 2019. Mi chiama Raiola e mi dice ‘Dobbiamo andare via perché non sei felice. Preferisci Milan o Roma?’. Io ho detto che volevo giocare, poi in quel periodo il Milan si era focalizzato sull’acquisto di Taison dallo Shakhtar e gli ho detto ‘Beh in questo caso meglio andare a Roma’. L’accoglienza è stata una cosa pazzesca. Ho vissuto pure quel momento e sono molto grato. La piazza è molto calda e la gente è pazza, in senso positivo. Ho ritrovato la felicità e il piacere di giocare a calcio. Dal primo giorno è andato tutto benissimo.»

Mourinho era cambiato?

«Sì, lo vidi diverso. Però di Mourinho ce n’è uno solo, è lo Special One. Da un lato era sempre lo stesso e infatti abbiamo vinto una Coppa insieme che a Roma era attesa da tanto»

Poi, Mkhitaryan su Inzaghi:

«Ho vissuto 3 anni bellissimi con lui, mi ha dato una seconda giovinezza. È stato un allenatore fondamentale e importante per questa Inter. Se ci ha distratto il suo addio? La gente parlava più di questo che della finale di Champions e magari questo ci ha un po’ disturbato. Lui non voleva parlare di niente e voleva concentrarsi sulla finale. A Istanbul siamo andati come una squadra che doveva perdere 3-0, perché loro erano troppo forti. Ma abbiamo fatto vedere a tutti che potevamo giocarcela alla pariA Monaco, invece, magari ci siamo bruciati perché giocando contro Bayern e Barcellona – facendo 4 partite super – abbiamo pensato di poter vincere anche contro il Psg»

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