Mondiali 2026, Italia appesa a un filo. Gravina: «Ho chiamato Gattuso e gli ho detto: ho avuto un incubo, dimmi qualcosa di positivo»

Al podcast Sette Vite: «Indignato da quanto vediamo a Gaza, ma Italia-Israele si gioca. Ritengo che lo sport abbia una grande funzione: quella di unire, di aggregare, di rendere tutto possibilmente condiviso»

De Laurentiis Gravina Nazionale

Mf Oslo 06/06/2025 - qualificazioni Mondiale 2026 / Norvegia-Italia / foto Michele Finessi/Image Sport nella foto: Gabriele Gravina

Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ha rilasciato un intervista al podcast “Sette Vite” condotto da Hoara Borselli. Durante la chiacchierata con la giornalista, si è soffermato anche sulla discussa partita Italia-Israele e su incubo che riguarda proprio la Nazionale.

Il numero uno del calcio italiano: “Italia-Israele? Sono già stato molto chiaro»

«Italia-Israele? Su questo sono già stato molto chiaro: c’è una netta distinzione tra il mio ruolo di cittadino, di uomo del mondo che è fortemente indignato per tutto quello che noi stiamo vedendo (il genocidio palestinese a Gaza, ndr). Poi c’è una responsabilità politica che non mi compete e c’è una responsabilità sportiva. Io ritengo che lo sport abbia una grande funzione: quella di unire, di aggregare, di rendere tutto possibilmente condiviso», afferma Gravina. «Noi riteniamo che la partita con Israele si debba giocare e la giocheremo. Faremo di tutto per portare a casa il miglior risultato possibile», aggiunge.

A proposito di Italia-Israele… Gravina ha rivelato di aver fatto un brutto sogno nei giorni scorsi, un sogno probabilmente legato alla possibile terza esclusione consecutiva dall’Italia dal Campionato del Mondo (attualmente la qualificazione è appesa a un filo): «Ho chiamato Rino Gattuso e gli ho detto: Rino ho dormito male, ho avuto un incubo, dimmi qualcosa di positivo così recuperiamo subito la giornata. Lui mi ha tranquillizzato e poi ho vissuto una buona giornata».

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De Laurentiis elogia Gravina: «Lui e Viglione sono bravissimi, danno il massimo delle potenzialità al calcio italiano»

Lo scorso 19 luglio Aurelio De Laurentiis ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Sky Sport (l’intervista è di Massimo Ugolini). Un’intervista più politica. Ha parlato anche di calcio ma si è soffermato di più sulla politica del calcio italiano.

Ecco cosa ha detto De Laurentiis:

«Il calcio è estremamente indebitato, non solo in Italia ma anche in Europa, quindi vuol dire che c’è qualcosa che non funziona. In Lega vedo una grande confusione determinata dal fatto che mancano gli imprenditori durante i momenti clou, decisionali: durante le assemblee si fanno delle incursioni su tematiche in cui la presenza del proprietario dovrebbe essere determinante. Perché io capisco anche i direttori generali, gli amministratori delegati: come fanno a prendere determinate decisioni che inchioda a determinate responsabilità la stessa proprietà? Quindi secondo me questo è un problema che andrebbe risolto».

Problema alimentato dall’ingresso dei fondi?

«Assolutamente, anche. Sì. Sono sempre stato contrario ai fondi perché i fondi sono di passaggio, devono massimizzare i risultati per i loro diciamo partecipanti e regalare loro qualcosa di più. Quindi secondo me c’è qualcosa che non funziona, poi siamo troppi. Non ci sono secondo me abbastanza risultati economici per alimentare venti squadre, assolutamente no».

«Per quanto riguarda la Federcalcio, io trovo che Gravina e Viglione siano una coppia inaffondabile, nel senso che sono capaci di dare il massimo delle potenzialità al calcio italiano. C’è molto da lavorare, loro sanno lavorare, sono bravissimi e secondo me se il governo cominciasse ad ascoltare di più quelle che sono le richieste dei presidenti e dei proprietari dei club, e quelle che sono anche le richieste della Federcalcio. si andrebbe dritti a un successo maggiore e una minor negatività sul piano dell’indebitamento che è una cosa che a me mette molta paura». 

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