Eva Robin’s: «Mi sono inventata ragazza anche per sfuggire alla povertà, i regali degli uomini pagavano le bollette»

A La Stampa: «In Sardegna a casa di Villaggio si sparse la voce che non avevo compiuto la transizione, fui supplicata da Paolo di fare uno spogliarello: c’erano Bianca Jagger, Bulgari, Florinda Bolkan, io ero schiva e selvatica, ma non nel mostrare il mio corpo, e lo feci»

Eva Robin's

La Stampa ha intervistato Eva Robin’s che ha attraversato i dorati Anni 80 sfiorando il porno, bazzicando cinema e tv, dominando le copertine, fino ad approdare al teatro, il suo vero amore da più di vent’anni.

In Sardegna si tenne anche una famosa festa a casa di Paolo Villaggio. «Era l’82 o l’83, ci ero andata con una mia amica trans, Romina Cecconi, ma quando si sparse la voce che, a differenza di lei, non avevo compiuto la transizione, fui supplicata da Paolo di fare uno spogliarello: c’erano Bianca Jagger, Bulgari, Florinda Bolkan, io ero schiva e selvatica, ma non nel mostrare il mio corpo, e lo feci». 

Reazioni? «Di grande, ammirata sorpresa. Di certo non m hanno tirato delle fette di salame per protesta. E poi sono rimasta a dormire con Villaggio. Da lì sono diventata il giochino estivo dei ricchi Vip in Costa Smeralda, che una volta può essere simpatico, poi ti fa riflettere».

Lei proveniva da una situazione famigliare difficile, sua madre sola con quattro figli, come reagì? «Da piccolino osservavo molto i comportamenti altrui e vedevo che al ristorante la donna, nelle coppie, non pagava mai il conto. Avevo anche una passione per il travestimento e per il cambiare pelle. A 11 anni andai a vedere Morte a Venezia e mi misi in testa di somigliare a Tadzio. Un amico infermiere poi ha fatto da alchimista e mi ha aiutato con gli estrogeni ad avere il corpo che volevo». 

È anche per sfuggire alla povertà che si è inventata ragazza? «I regali degli uomini davanti a questa mia nascente bellezza ci facevano uscire dall’indigenza e pagavano le bollette». 

Correlate