Mattia Furlani, l’atletica nella culla: «voglio ispirare, c’è bisogno di ventenni che parlano per i ventenni»
Oro ai Mondiali nel salto in lungo: «fare ciò che amo è più importante della medaglia d'oro». Il rapporto con la madre: «L'obiettivo è saltare forte nelle gare che contano»

Italy's Mattia Furlani competes in the Men's Long Jump final during the Indoor World Athletics Championships in Glasgow, Scotland, on March 2, 2024. (Photo by Anne-Christine POUJOULAT / AFP)
«Non so se è tutto vero. È successo qualcosa di magico stasera». In verità qualcosa di magico è successo il 7 febbraio 2005. Il giorno in cui il fato, l’aria buona dei Castelli Romani, l’amore, ha regalato all’atletica italiana Mattia Furlani. Sorriso pulito e aria del ragazzo che si alza per cederti il posto in metropolitana, per chi sarebbe diventato il più forte lunghista del mondo. Papà si chiama Marcello, ex saltatore in alto, uno dei rivali di Marco Tamberi (il padre di Gianmarco, olimpionico a Tokyo 2020), la mamma è Khaty Seck, velocista di origini senegalesi. Furlani ha respirato atletica fin da piccolo, crescendo sulle piste di Rieti e iniziando inizialmente con il basket prima di scoprire la sua vera vocazione: il salto.
I risultati di Furlani
A 16 anni è già il miglior sedicenne italiano di sempre nel salto in alto, con 2,17 m, mentre nel 2022 esplora il salto in lungo conquistando 8,04 agli Europei under 18 di Gerusalemme. Il 2023 lo consacra nel salto in lungo juniores, con un 8,24 a Hengelo e l’oro agli Europei U20 con 8,23. Il 2024 conferma il suo straordinario talento: record europeo indoor under 20 (8,08 metri). Record italiano assoluto indoor (8,34) e medaglia d’argento ai Mondiali Indoor di Birmingham. All’aperto, Furlani stabilisce il record mondiale under 20 con 8,36 a Savona e lo migliora a 8,38 agli europei di Roma. Arriva poi l’argento olimpico a Parigi. Nel 2025 un nuovo capitolo nella sua carriera: a Nanchino, Mattia Furlani sale sul gradino più alto del podio dei Mondiali Indoor con un salto di 8,30, precedendo di appena un centimetro il giamaicano Wayne Pinnock e l’australiano Liam Adcock. Oggi il titolo mondiale a Tokyo.
«Gli amici sono l’unica possibilità ma non per forza sono quelli giusti»
A La Stampa disse: «Certi magari arrivano al campo a Rieti e mi dicono “Grazie perché ti ho guardato e ho mollato il calcio”. Nel senso che stavano attaccati al pallone per l’idea di essere famosi non per giocare e invece a noi serve lo sport come passione. Io la mostro e mi è chiaro che il messaggio arriva, me ne accorgo moltissimo sui social». «Ricevo parole importanti da giovanissimi e io voglio ispirare, c’è bisogno di ventenni che parlano per i ventenni. Prendere strade brutte oggi per un ragazzino è proprio facile». Parlò anche dell’episodio di cronaca che coinvolse un ragazzo della periferia milanese: «La noia fa paura e tanti la riempiono a caso. Lo sport ti sposta, ti fa guardare da un’altra parte, ti chiede di restare concentrato, a qualsiasi livello, pretende responsabilità da subito. Dà degli stimoli, invece di dire “tanto non c’è nulla che dipenda da me”, capisci che lavorare per un obiettivo porta a un risultato». E infine «Gli amici sono l’unica possibilità, ma non sono per forza quelli giusti»
«La mamma programma, io salto e basta»
A Men’s Health parole di miele per la mamma: «Per me non è solo un genitore, anche se fa egregiamente pure quello, è la mia coach e la persona che sta dietro ai miei risultati. È la figura più importante perché è lei che passa le nottate a programmare la mia preparazione nei minimi dettagli, io devo solo andare in pedana e saltare». «L’obiettivo è saltare forte nelle gare che contano, esserci riuscito finora, raggiungendo il mio picco di forma proprio in quelle specifiche situazioni, mi riempie di gioia, ma in un certo senso è anche la conseguenza logica del lavoro che stiamo facendo». E a coronamento oggi ha detto: «Faccio ciò che amo fare, ed è la cosa più bella di tutte, anche dell’oro». Un Jack Kerouac nel motore: “Non è importante la meta, ma il viaggio”
Obiettivo per Furlani il record italiano
Furlani il record italiano indoor di 8,30 metri lo ha sverniciato con un salto di 8,38, che rappresenta anche il record mondiale Under 20, ma la misura che punta a superare è l’8,47 di Andrew Howe, primato italiano imbattuto dal 2007. «È il mio chiodo fisso e non vedo l’ora che arrivi quel giorno, ma so già che poi non vedrò l’ora che arrivi l’obiettivo successivo. Fin da piccolo sono sempre stato il più competitivo, vivevo le gare scolastiche come se fossero le Olimpiadi e forse è stata proprio questa determinazione che mi ha portato a primeggiare già da quell’epoca».