La pluriolimpionica Thiam non cede i diritti d’immagine alla Federazione belga e loro la fanno curare in strada dal fisioterapista

La più grande atleta belga di sempre. Al fisio non è stato concesso l’accredito e quindi non ha accesso alle strutture ufficiali.: “I miei diritti commerciali non vengono rispettati”.

Thiam

Belgian athlete Nafissatou Nafi Thiam talks during a press conference on the 49th edition of the Memorial Van Damme athletics event in Brussels, on August 21, 2025. The 2025 Allianz Memorial Van Damme Diamond League meeting take place on August 22, 2025. (Photo by JOHN THYS / Belga / AFP) / Belgium OUT

Un’immagine surreale racconta meglio di mille parole la frattura tra Nafi Thiam e la Federazione belga ai mondiali di atletica leggera. La campionessa, considerata la più grande atleta belga di sempre, campionessa olimpica dell’eptathlon ai Giochi di Rio de Janeiro 2016, Tokyo 2020 e Parigi 2024 e campionessa mondiale della stessa specialità a Londra 2017 e Oregon 2022, è stata immortalata mentre riceveva le cure del suo fisioterapista… sul marciapiede, davanti al campo di allenamento. Ne ha parlato l’olandese Hln

Niente fisioterapista personale per la Thiam ai mondiali

Nella foto esclusiva postata da Hln Belgio, Thiam è seduta a terra, assistita dal suo fisioterapista personale. Un dettaglio che dice tutto: a causa di un duro scontro con la Federazione, al professionista non è stato concesso l’accredito e, di conseguenza, non ha accesso alle strutture ufficiali. L’unica soluzione? Spostarsi in strada. Sullo sfondo, quasi beffardamente, si intravede anche la tenda dei controlli per gli accrediti.

La vicenda affonda le radici in una controversia legata ai diritti di immagine. Thiam, legata a Nike e AXA, si è rifiutata di firmare il codice di condotta del Team Belgium, che prevedeva la cessione dei diritti durante l’evento. “I miei diritti commerciali non vengono rispettati”, ha spiegato, sottolineando come questa scelta l’abbia penalizzata anche nella preparazione: “Sono stata messa da parte durante il ritiro”.

Il caso più eclatante resta quello del fisioterapista: “È qui, ma non gli è permesso assistermi. Prima dell’allenamento mi ha trattata sul marciapiede”, ha dichiarato con un sorriso amaro. “Mi sento punita, e questo non è giusto. Non vengo trattata come gli altri, e non va bene”. Dal canto suo, Jessica Mayon, presidente della federazione francofona di atletica, ha ribattuto: “Abbiamo un team medico molto forte, a disposizione di tutti. Le regole valgono per ogni atleta”.

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