Le penultime lettere di Mario Rui / All’assist di Spinazzola a Højlund ho avuto un sussulto, tipo Foster Wallace con Federer

Soffro a non giocare più, tifo sempre per il Napoli. Giovedì mattina ho un aereo per Manchester, questa non ve la voglio perdere per niente al mondo.

Mario Rui Napoli Garcia

Napoli's portuguese defender Mario Rui smiles during a press conference next his coach Rudi Garcia at the Municipal stadium in Braga on September 19, 2023 on the eve of the UEFA Champions League 1st round day 1 group C football match between SC Braga and Napoli. (Photo by MIGUEL RIOPA / AFP)

Le penultime lettere di Mario Rui n. 9

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Caro Luigi, come stai? Lo so non mi sono fatto più vivo. Non ti ho scritto, non sono passato in tabaccheria. È molto difficile, quando vengo a Materdei mi commuovo, solo che certe volte è una commozione difficile da sostenere. Passa il tempo e ho capito che le emozioni che un uomo può sopportare sono molte ma con gli anni, e il susseguirsi delle vicende, diventano sempre meno. Che ti devo dire, Lui’, soffro, soffro a non giocare più, ormai è più di un anno, soffro se cammino per Napoli perché mi sento di appartenere a questa città e, per certi versi, sono tornato a essere straniero. Come è difficile. Non ti ho scritto perché aspettavo (e ancora aspetto) che una squadra mi offra un contratto, ci siamo andati vicino ma poi non se ne è fatto nulla. Non è ancora detto, per gli svincolati c’è tempo e io vorrei giocare ancora. Mi ha scritto Lorenzo che soffre questa cosa più di me, gli ho detto di armarsi di pazienza.

Il Napoli, però, è sempre la squadra per cui tifo e allora, ma tanto lo sai, pure se non ti ho scritto io queste prime partite me le sono viste. La squadra mi pare meglio dell’anno passato. Mi sembra perfino inutile commentare De Bruyne è di un livello tecnico e mentale talmente diverso che al suo cospetto – senza andare tanto indietro – i calciatori della Fiorentina sembravano provenire tutti dalla Primavera. I primi sessanta minuti del Napoli contro i viola mi sono sembrati impressionanti. Non ci hanno capito nulla, i nostri arrivavano da tutte le parti, aggressivi e lucidi. La cosa più bella della partita – e tiro un poco di acqua al mulino dei terzini sinistri – la fa Spinazzola con l’assist a Højlund (altro gran giocatore questo, ed è giovanissimo), una palla perfetta, col contagiri, straordinaria. Ero in tribuna a Firenze, ho avuto un sussulto, tipo David Foster Wallace (letto anche a Materdei, ti assicuro) quando scriveva di Federer. Sì, Luigi, lo so, che tu ci tieni che vengano sempre fatte le debite proporzioni. Naturalmente, tuo figlio Pasquale mi ha scritto per tutta l’estate. Auspica un mio ritiro definitivo, dice che lo fa per me, che non mi devo prendere in giro. Embè, è un bravo ragazzo, ma certe volte ‘o facesse ‘na faccia ‘e pacchere (non male come scrivo in napoletano, eh?).

Durante la sosta delle nazionali ho incontrato Antonio Conte in una pasticceria del Vomero, stava comprando delle sfogliatelle, ci siamo salutati, dati un abbraccio, gli ho offerto il caffè. Voleva pagare lui, ma gli ho detto che non è ancora abbastanza napoletano per offrire. Gli ho chiesto com’è allenare De Bruyne, mi ha risposto che guardarlo durante il ritiro è stato come allenare sé stesso. «Mario caro», mi ha detto «da uno così possiamo solo imparare. Tutti quanti». Ti saluta Albiol, è molto contento di questa opportunità al Pisa, si sente ancora in forma. Dicono che la Serie A stia diventando un campionato per anziani, finché non diventa un campionato per morti va ancora bene.

Senti, salutami tutti, nelle prossime settimane mi faccio coraggio e passo. Giovedì mattina ho un aereo per Manchester, questa non ve la voglio perdere per niente al mondo. Ti abbraccio.

Tuo Mario.

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