Alla Vuelta anche pipì sui ciclisti. I pro Palestina hanno rovinato la corsa (Le Parisien)
"Forse così tanta rabbia solo al Tour de France del 1998 con lo scandalo Festina. Racconta un corridore della Lotto: «Giovedì c'erano ovunque manifestanti, mi hanno gettato addosso dell'urina»

Basque regional police 'Ertzaintza' officers stand as pro-Palestinian protesters holding Palestinian flags demonstrate at the finish line of the Vuelta 11th stage, in Bilbao, on September 3, 2025. Pro-Palestinian protest forces Vuelta stage to be shortened and to take the time at 3 kilometres before the line, according to the organisers, AFP reports. (Photo by ANDER GILLENEA / AFP)
Il conflitto israelo-palestinese è entrato, di colpo, sulle strade della Vuelta. Non è più solo una questione di chilometri, cronometri e maglie: dietro ogni curva della corsa spagnola serpeggiano tensioni politiche che dividono l’opinione pubblica mondiale. La presenza della squadra Israel-Premier Tech è diventata un simbolo, bersaglio delle proteste di chi, in Spagna, sostiene apertamente la causa palestinese. Manifestazioni, interruzioni di tappa, percorsi accorciati: la Vuelta si trasforma in un campo minato dove i corridori rischiano seriamente. Da Parigi (Le Parisien ndr) raccontano che a questo clima si aggiunge un assordante silenzio imposto agli atleti.
La Vuelta immersa nelle manifestazioni pro-Pal, raramente un’atmosfera è stata così pesante in un Giro (Parisien)
Scrive così Le Parisien:
“Quasi dall’inizio della Vuelta, la tensione extra-sportiva si è invitata nella corsa spagnola. In un Paese dove il sostegno alla causa palestinese è forte, molti manifestanti, dapprima nei Paesi Baschi e poi nel resto del territorio, hanno chiesto l’esclusione della squadra Israel-Premier Tech. Alcuni hanno tentato di interrompere le tappe, facendo cadere dei corridori. Altri hanno cercato di bloccare la squadra Israel-Premier Tech durante la cronometro a squadre. Questa tensione ha costretto gli organizzatori a ridurre il percorso di alcune tappe. […]
La squadra ha acconsentito solo a togliere la scritta “Israel” dalla maglia. Da allora navigano a vista, hanno ridotto la cronometro individuale di giovedì e probabilmente faranno lo stesso per l’ultima tappa nelle strade di Madrid domenica. Ma raramente l’atmosfera è stata così pesante in un grande Giro. Ricorda ai più anziani il Tour de France 1998, macchiato dallo Scandalo Festina […] «È il Tour più schifoso che abbia vissuto» – sospira un direttore sportivo – «La mattina i ragazzi partono pensando che gente con una bandiera palestinese possa buttarli a terra in qualsiasi momento. E si vede bene che una parte del pubblico viene per manifestare. Siamo presi in ostaggio e dobbiamo stare zitti.» […]
In altre formazioni straniere si accetta invece di descrivere un clima pesante. «È un po’ demotivante» – dice così Jonas Gregaard, corridore danese della Lotto – «Giovedì i manifestanti erano ovunque. Mi hanno gettato un liquido in faccia. Forse era urina, non aveva un buon odore. Sono stato confrontato con un approccio molto aggressivo da parte di persone che di solito non si vedono. C’erano puntine sulla strada, oggetti lanciati contro di noi e insulti durante la tappa di ieri.»”