Okafor: «Sono geneticamente molto veloce. Ora con allenamenti muscolari, sono migliorato»
L'ex Napoli e Milan (ora al Leeds) per Athletic: «È difficile quando giochi due, tre o quattro partite da subentrato per 10, 20, 30 minuti. Per un calciatore è complicato entrare in forma e avere fiducia»

Db Napoli 01/03/2025 - campionato di calcio serie A / Napoli-Inter / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Noah Okafor
Fuori dai piani della Svizzera di Yakin, Noah Okafor prova a rilanciarsi con la nuova avventura al Leeds United. Intervistato da The Athletic, l’attaccante ha parlato di fiducia, minuti e del ruolo da esterno sinistro che Daniel Farke gli ha garantito. L’obiettivo è ritrovare continuità, condizione fisica e convincere con gol e assist.
Gol e assist con il Leeds in Premier League potrebbero togliere il problema dalle mani di Yakin, giusto?
«Certo. Per questo non ci metto troppa energia. Conosco le mie qualità, so cosa posso fare e so anche che hanno bisogno di me quando sono in forma. Quando sono al meglio, posso fare la differenza in ogni partita. È per questo che sto lavorando e sono entusiasta».
Riporta poi il The Athletic: “Dopo l’intervista, un dirigente del Leeds chiede a Okafor se è a suo agio con il fatto che i suoi commenti su Yakin vengano riportati nell’articolo. Lui non ha problemi che il ct della Svizzera li legga. Solo il campo può parlare adesso. È venuto a Leeds per i minuti che gli sono mancati da troppo tempo, per un allenatore che gli ha dato fiducia e la possibilità di ritrovare autostima”.
È stata la visione proposta da Farke, allenatore del Leeds, a convincerlo:
«Mi ha detto che mi vede chiaramente come esterno sinistro. Quella è la mia posizione. Lì sono il miglior me stesso. Quando gioco a volte lì, a volte da punta o sull’altro lato, non ho l’attenzione che voglio sulla mia posizione. Questo è ciò che mi fa sentire davvero a mio agio».
Okafor racconta che il preparatore atletico del Leeds, Chris Domogalla, ha approvato il programma di Fongue, ex velocista svizzero che lo segue da mesi. Fongue non è solo un allenatore, ma anche un amico e confidente, fondamentale nel percorso di ricostruzione della fiducia di Okafor:
«Un ruolo enorme. Negli ultimi sei mesi ho sviluppato molto il mio fisico. So che geneticamente sono veloce, ma grazie a questo lavoro ogni gruppo muscolare è diventato più forte. Ho migliorato tanto la mia velocità. Non si tratta solo di fare uno o due scatti perché sono molto veloce, ma di ripeterli sempre. Vedo dei cambiamenti del mio corpo, quindi sono molto felice».
La condizione fisica è cruciale per giocare i minuti che gli sono mancati da quasi tutta la carriera. Trovare continuità non è mai stato semplice per Okafor. Se riuscirà a superare la concorrenza di Wilfried Gnonto e Jack Harrison sulla fascia sinistra, spera di ritrovare il ritmo che aveva convinto grandi club a puntare su di lui:
«Il mio top è stato al Salisburgo. È stato davvero un passo importante per svilupparmi. Poi sono andato al Milan. Lì c’erano dei piani per me, ma nel calcio non sempre le cose vanno come tutti vorrebbero. Per me la cosa più importante è giocare, giocare ogni partita. Solo così posso tornare al top, sviluppare ciò che devo migliorare e rafforzare quello che faccio bene. Ogni giocatore vuole giocare. Io devo ritrovare fiducia e in questa squadra posso farlo. Anche grazie a questo allenatore, che mi trasmette la sensazione di poter ritrovare fiducia».
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Gli infortuni non sono l’unica causa delle sue difficoltà, ma lui stesso ammette che la natura a singhiozzo della sua carriera non ha aiutato il fisico:
«È difficile quando giochi due, tre o quattro partite da subentrato per 10, 20, 30 minuti. Per un calciatore è complicato entrare in forma e avere fiducia. Per questo ho fatto la scelta di venire a Leeds, perché so quali sono le mie qualità e so che devo migliorare. Lavoro duro ogni giorno. La cosa più importante è venire ogni giorno con il sorriso e dare il massimo in campo. Non sei abituato al ritmo, poi quando vai a giocare è normale avere un po’ di dolori. Ma per questo motivo lavoro tanto. Anche nei giorni liberi mi alleno con il mio preparatore personale per rafforzare il corpo e mettermi in forma al 100%. Quando sto bene, ritrovo fiducia e il mio gioco».