Non bastavano preparatori e chef, ora i calciatori hanno anche il tattico privato (So Foot)

E' l'ultima moda dei calciatori-azienda: molti si rivolgono a consulenti, scavalcando i propri allenatori. Alcuni cercando di tenerlo nascosto

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C’è la squadra, con tutto il suo staff. E poi ci sono i singoli, i calciatori. Con i loro rispettivi staff: chef, preparatori, psicologi. Aziende che fanno parte di aziende. In una commistione di interessi che sta arrivando ad un limite invalicabile: i calciatori che hanno il tattico personale. Ne scrive So Foot.

“Sono ormai lontani i tempi in cui i calciatori ascoltavano essenzialmente le parole dei rispettivi allenatori. Il calcio è diventato gradualmente più individualizzato e il giocatore è diventato una merce da cui estrarre il massimo valore. Di conseguenza, alcuni calciatori non si affidano più esclusivamente alle analisi tattiche dello staff tecnico della propria squadra, ma si avvalgono invece di consulenti esterni”.

“All’inizio, come molti giocatori, l’idea non mi entusiasmava. Pensavo fosse una perdita di tempo. Ma una volta provato, mi sono convinto dei benefici che mi avrebbe portato “, racconta Bradley Locko, terzino sinistro dello Stade Brest che utilizza i servizi di Neurotactic da quasi tre anni. “Ho fatto enormi progressi. Mi ha permesso di capire meglio quale zona fosse la migliore per crossare. Sento anche di essere posizionato meglio nella nostra difesa a quattro, ma anche nel mio posizionamento offensivo. E sono più attento alla posizione del mio corpo”.

Le consulenze esterne sono pubblicizzate sui social da diversi giocatori, come Leny Yoro (Manchester United) , Jonathan Bamba (Chicago Fire) e Jaouen Hadjam (Young Boys). Ma molti, scrive So Foot, non vogliono invece che si sappia.

Olivier Dall’Oglio, tecnico l’anno scorso del Saint-Étienne dice: “Lo staff, e soprattutto gli allenatori, sono spesso gli ultimi a saperlo perché il giocatore non lo grida ai quattro venti. Sono pochissimi quelli che ammettono questo genere di cose perché sanno che può essere delicato”.

Hassan Kaba, co-fondatore di Neurotactic conferma: “Oggi lavoriamo con 21 giocatori nei cinque campionati maggiori. In seguito, per alcuni, lo facciamo in modo non ufficiale, perché non vogliono che venga reso pubblico.

Ovviamente “uno dei principali timori degli allenatori è che le istruzioni tattiche fornite da questi singoli analisti contraddicano le proprie o, peggio ancora, che confondano i giocatori. Soprattutto perché è impossibile per i club vietare questo tipo di utilizzo, trattandosi di iniziative personali. Di fronte a questo problema, l’unica soluzione è la collaborazione.

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