Per Jacobs e Tamberi è cresciuta la popolarità, ma è calata la resistenza (La Stampa)

Gli ori di Tokyo sono ora trentenni: puntano a Los Angeles 2028, ma sanno bene che bisogna fare i conti con l'età che avanza.

jacobs e Tamberi

Tokyo (Giappone) 01/08/2021 - Atletica Leggera 100 mt / Olimpiadi Tokyo 2020 / foto Imago/Image Sport nella foto: Marcell Jacobs-Gianmarco Tamberi

I Mondiali di atletica si terranno a Tokyo dal 13 al 21 settembre. Tra i veterani dell’Italia gareggeranno Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi, che stanno facendo i conti con l’età che avanza.

Si avvicinano i Mondiali di atletica, l’Italia porterà anche i veterani

La Stampa scrive:

Jacobs ha passato mesi ad allenarsi per conto proprio mentre il suo tecnico Rana Reider era in Cina e lì lo ha raggiunto dopo una serie di sollecitazioni del presidente Mei. Invitato più volte a curarsi a Roma, lui è rimasto in silenzio e altrove. I telefoni hanno squillato senza risposte, però ora Jacobs è a Tokyo dove ritrova il tifo, ritrova Tortu. Tamberi ormai è abituato ai conti alla rovescia carichi di pathos. Stagione passata a restaurare il fisico, partenza lenta e quote basse. Fastidio al bicipite appena ha provato a caricare. Gli ori di Tokyo sono trentenni: tutti puntano a Los Angeles 2028 e ognuno sa bene che con l’età si fanno i conti. Cresciuta la popolarità, calata la resistenza. 

Tamberi: «Capisco Jacobs. Finché vinci sei un supereroe, se smetti diventi super vulnerabile»

Ha parlato con alcuni quotidiani in un’intervista via Zoom.

«Con il mio team ci siamo un po’ isolati a causa dei profondi cambiamenti cui ero andato incontro dopo il divorzio tecnico da papà. Non volevo incomprensioni. La Fidal mi aveva inizialmente chiesto di accettare la convocazione per Chorzow, io avevo risposto che non sarebbe stato opportuno esordire in una competizione il cui regolamento prevede massimo quattro errori in totale. Era un rischio per me e per l’intera squadra. Poi il test fatto ad Ancona mi ha convinto anche sul piano emotivo: ho ritrovato tanto entusiasmo e la voglia di respirare l’atmosfera agonistica. Tornare a saltare subito con la maglia azzurra mi dà emozioni. Oggi stesso parto per la Polonia. So bene che è una scommessa questa prima gara, ma vado con la carica giusta».

Su Jacobs, che sta attraversando un periodo non facile.

«Lo capisco, è l’incertezza che ci devasta. Attraversa un periodo difficile e nessuno meglio di me può capirlo. Se siamo a posto fisicamente e siamo di sicuri di noi possiamo contrastare e rilanciare qualsiasi provocazione, se non abbiamo idea di quando staremo davvero bene ci mettiamo sulla difensiva. Io lo faccio. Immagino come si senta Marcell: uno sportivo tanto in vista suscita reazioni estreme non appena il suo percorso si discosta minimamente da quello che gli altri considerano ideale. Gli ho scritto di non avere paura, di non mettere in discussione la strada che ha scelto. È stato attaccato sui social, anch’io a un certo punto chiusi le comunicazioni. Quando non si sta bene, si viene assaliti da tanti dubbi. Finché vinci sei un super eroe, se smetti diventi super vulnerabile. Deve insistere, senza temere di aver commesso errori».

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