Turrini: «Date un Velasco a questa povera Ferrari»
Sul suo blog Profondo Rosso: "Monza ci conferma quanto era purtroppo già chiaro da un pezzo: conviene malinconicamente scommettere sull’anno che verrà"

Ferrari's Monegasque driver Charles Leclerc and Ferrari's British driver Lewis Hamilton talk as they take part in the drivers parade for the Bahrain Formula One Grand Prix at the Bahrain International Circuit in Sakhir on April 13, 2025. Andrej ISAKOVIC / AFP
Nemmeno l’aria di Monza è riuscita a rinvigorire una Ferrari protagonista di una stagione fin qui da dimenticare. Il team di Maranello ha concluso il fine settimana del Gran Premio d’Italia (vinto da uno straordinario Max Verstappen) tagliando il traguardo in quarta (Charles Leclerc) e sesta (Lewis Hamilton) posizione: l’ennesima parentesi deludente in una domenica contrassegnata dal trionfo delle Azzurre ai Mondiali di pallavolo. A mescolare i due temi ci ha pensato il giornalista Leo Turrini, che sul suo blog Profondo Rosso ha scritto un focus titolato “Date un Velasco a questa povera Ferrari”.
L’analisi di Leo Turrini
“Un Gigante in un mare di malinconia Rossa. Meglio dare subito a Max Verstappen quello che è di Max Verstappen. A Monza ha vinto il Gran Premio più veloce della storia. L’olandese ha trionfato a 250,706 km/h di media, battendo i 247,585 km/h di Michael Schumacher nel 2003”, esordisce Turrini. “A quanto pare non è vero che in questo 2025 le McLaren (che ha ridato a Norris il secondo posto che un pit stop sbagliato aveva regalato a Piastri: col cavolo che poteva accadere nei giorni di Senna e Prost) sono sempre imbattibili, in qualunque contesto e su qualunque tipo di pista. Super Max ha dimostrato esattamente il contrario. Tanto di cappello a lui, a maggior ragione considerando che il suo compagno in casa Bibitara ha beccato un giro…”, sottolinea.
E venendo alle vicende di casa Ferrari, scrive: “Per quanto riguarda la Signora in Rosso, insomma, fa male al cuore il dato statistico. Zero vittorie in stagione (anche la Mercedes se ne è aggiudicata una). Hamilton mai sul podio e siamo già a settembre. Leclerc nel deserto di emozioni che non può generare tutte le volte. Monza ci conferma quanto era purtroppo già chiaro da un pezzo: conviene malinconicamente scommettere sull’anno che verrà. Le sommesse parole di Carletto nel dopo gara sono un manifesto di impotenza, una dichiarazione di resa. Quante volte ce lo siamo raccontati, che vinceremo l’anno prossimo? Quante volte?”.
“Meno male che lo show del popolo dentro il Parco che ospita il Gran Premio d’Italia segnala la formidabile resilienza di un sentimento collettivo che è più forte delle delusioni, del disincanto, delle speranze infrante. Ma, appunto, viene il momento di ripagare l’inossidabile entusiasmo della gente. Quando, monsieur Vasseur?”, si chiede Turrini.
“Sono amico di Julio Velasco dal 1985. Già allora gli dicevo che era un peccato non fosse competente in cose di Formula Uno. Non ho cambiato idea”, conclude il giornalista.