Alcaraz: «Non è vero che Sinner è prevedibile, ora cambierà e devo prepararmi»
Al Paìs: "So fare molte cose in campo, mi piace molto. E il mio fisico mi dà sicurezza. La perfezione non esiste"

Spain's Carlos Alcaraz (R) and Italy's Jannik Sinner take a break during the men's singles final tennis match on day fifteen of the US Open tennis tournament at the USTA Billie Jean King National Tennis Center in New York City on September 7, 2025. (Photo by KENA BETANCUR / AFP)
“La perfezione non esiste”, dice Carlos Alcaraz mentre un po’ tutti gliela rinfacciano. “Forse ci si può avvicinare, ma non è così. Quindi, resto con i piedi per terra ricordandomi che c’è sempre margine di miglioramento, che arriverà un altro giocatore, o persino Jannik stesso, che potrà superarmi ed essere migliore di me”. Alcaraz parla con El Paìs ed altri tre giornali internazionali, dopo il suscesso agli Us Open. Ribadisce che la sua motivazione è “avvicinarsi alla perfezione” (che però non esiste).
Era festaiolo, gli imputavano. “Ognuno si diverte a modo suo, e per me, personalmente, sì, mi piace uscire, perché ho 22 anni. Chi non l’ha fatto a quell’età? Chi non si è divertito a 22 anni? Mi piace divertirmi con la mia famiglia e i miei amici, che si tratti di feste o meno, con altri programmi più rilassati… Si tratta di trascorrere del tempo di qualità a casa, così da poter rimanere motivato per i tornei. Sto maturando e crescendo, imparando a gestire molte situazioni, ma mantengo lo stesso entusiasmo di prima. Fuori dal campo sono migliorato molto e ho capito quanto sia importante curare ogni dettaglio per essere perfetti. Penso che questo sia stato il mio più grande miglioramento”.
Alcaraz sa fare tutto. “È il mio stile; mi piace giocare così. Sono sempre stato così fin da piccolo. Penso di poter fare un sacco di cose in campo, un sacco di colpi; dalle palle corte ai colpi con effetto. Inoltre, sono sempre più soddisfatto del mio fisico, perché mi dà molta sicurezza”.
Invece Sinner no, si considera “troppo prevedibile “. “Non direi. Come lui, guardo e studio molte delle sue partite. Adoro il suo modo di giocare, e quello che fa è incredibile. Non credo che sia prevedibile, ma ci conosciamo sempre meglio. Conosco le sue capacità e cerco di adattarmi per poterlo affrontare. Farà dei cambiamenti, quindi devo essere preparato fin da ora. Questa è la bellezza di questa rivalità , delle nostre partite; ci spingiamo a vicenda al limite così tanto che questo ci costringe a migliorare un po’ ogni giorno, in ogni torneo. Il miglior Carlos non è ancora emerso”.